Lavizzara, in dirittura d’arrivo i progetti per il dopo-alluvione

La val Lavizzara, devastata in maniera altrettanto drammatica della vicina Bavona dall’alluvione del 29-30 giugno 2024, è in dirittura d’arrivo con i progetti che permetteranno di darle un futuro. Il sindaco, Gabriele Dazio, annuncia una serata pubblica, il 10 ottobre, nella quale saranno presentate le zone di pericolo: «Ci stiamo lavorando, siamo alle battute finali. Presenteremo tutto il mese prossimo», confida il 52.enne al Corriere del Ticino. Un primo appuntamento con la popolazione, in calendario il 28 agosto al Centro di Scultura, era stato annullato a causa delle allerte emanate da MeteoSvizzera per le forti piogge. Ora, però, ci siamo: finalmente si saprà quale destino e, soprattutto, quale aspetto avrà la vallata che si apre, consultando una mappa, sulla parte orientale dell’alta Vallemaggia.
Da Berna al Ticino
«Ma il prossimo passo sarà quello del voto in Consiglio comunale, nella seduta straordinaria di questo giovedì, per la realizzazione della caserma dei pompieri», aggiunge il nostro interlocutore. All’ordine del giorno, l’approvazione di un credito di 1,38 milioni. Come riportato nell’edizione del 7 agosto, l’Esecutivo era venuto a conoscenza della possibilità di disporre - al costo ritenuto interessante di 25.000 franchi e a corto termine - di un’infrastruttura adattabile facilmente alle esigenze: il capannone dismesso della Beachcenter AG di Berna che, nella capitale, accoglieva i campi di pallavolo da spiaggia. Nel suo «nuovo corso» in Ticino (il materiale smontato è depositato in parte a Peccia e in parte a Barbengo) ospiterà anche magazzini comunali e altri spazi ad uso artigianale.
Le nuove arginature
Un progetto che dovrebbe concludersi nell’estate 2026 e trovare posto lungo la strada cantonale nella parte nord di Peccia e per il quale il Comune dovrà sborsare, dedotti i contributi e i fondi raccolti dalle diverse iniziative, 358.000 franchi sull’investimento totale. Il piano di rientro dalla situazione logistica di emergenza dei militi era iniziato a fine luglio con il ritiro della nuova autobotte, in sostituzione di quella andata distrutta nella tragica notte di un anno fa e procede dunque in maniera altrettanto spedita quanto la ricostruzione delle nuove arginature al Piano di Peccia ad opera del Cantone, conferma ancora Dazio.
La pista di ghiaccio...
Infine, come non rivolgere un pensiero a uno dei simboli della distruzione: la pista di pattinaggio di Prato Sornico. La furia dell’acqua l’aveva devastata lasciando in piedi quattro campate del tetto che erano state poi sfruttate per realizzarne una provvisoria.
...e un dormitorio da 50 posti
L’obiettivo, tuttavia, è ben più ambizioso: ricreare quanto di più vicino a quel Centro sportivo che, almeno fino all’estate 2024, era un apprezzato punto di ritrovo. Anzi, di più: si pensa infatti ad una superficie chiusa in funzione tutto l’anno e, ad arricchirla, un dormitorio con 50 posti. Come e dove dovrà sorgere è ancora da capire e le risposte arriveranno di sicuro la sera del 10 ottobre.
Il confronto nella mappa di Swisstopo: link qui
Le foto delle aree colpite nella mappa di Swisstopo: link qui
Il bilancio del disastro
Nel corso della notte fra sabato 29 e domenica 30 giugno 2024, violenti e prolungati temporali hanno colpito l'alta Vallemaggia, tra le valli Bavona e Lavizzara. Ad oggi una persona (un giovane della valle) risulta ancora dispersa, mentre si registrano sette morti: una 76.enne e due 73.enni tedesche, residenti nel Land del Baden-Württemberg, una 61.enne svizzera del canton Basilea Campagna e un 67.enne svizzero del Locarnese (i cui due corpi erano stati ritrovati a Riveo, nel greto della Maggia), un altro 66.enne svizzero del canton Basilea Campagna e una 67.enne svizzera domiciliata nel Locarnese (i cui due corpi erano stati rinvenuti a luglio nel greto del fiume all'altezza di Cevio). Cinque vittime erano a Fontana (Val Bavona), due a Prato Sornico e il disperso al Piano di Peccia (sempre in Lavizzara). Si tratta del bilancio più grave legato a una catastrofe naturale mai registrato in tempi recenti a Locarno e dintorni. L'alluvione del 1978, tanto per fare un esempio, aveva provocato sette morti (quattro nel Locarnese: Comologno, Losone, Ascona, Verscio; uno a Bellinzona e due in Val di Blenio, oltre a una quindicina in Italia, tra Val Vigezzo e Ossola). Il nubifragio in Mesolcina, di una settimana prima rispetto a quello in alta Vallemaggia, tre.