Il caso

«Le norme vanno rispettate» e scatta il ricorso bis

Bellinzona, un cittadino ha inoltrato una censura al TRAM contro il preventivo 2025 contestando la decisione del Governo che aveva mostrato il pollice verso - Il nodo della questione è sempre il Piano finanziario
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
14.06.2025 06:00

«Di fronte a un preventivo con un deficit importante la Commissione della gestione e il Legislativo dovevano in modo accresciuto essere convenientemente informati». L’avevamo preannunciato lo scorso 10 maggio. Ed eccolo, il ricorso bis al Tribunale amministrativo cantonale contro i conti 2025 di Bellinzona che stimano un disavanzo superiore ai 13 milioni. Ad inoltrarlo, contro il pollice verso del Governo alla sua prima censura, è il cittadino che negli ultimi anni ha più volte contestato delle delibere del plenum. Ai giudici chiede di annullare tutte le risoluzioni, comprese quelle sugli enti autonomi: «È stato votato un importante documento senza conoscerne il contenuto. Capita in un Consiglio comunale che subisce le classiche pressioni dopo aver esposto perplessità».

«Il Governo sbaglia»

Il nodo centrale della questione è quello relativo al Piano finanziario, che secondo il privato va presentato attraverso un messaggio municipale separato e discusso in seguito dal plenum. Dal canto suo l’Esecutivo, come sempre fatto negli ultimi anni, fornisce delle indicazioni sulle prospettive finanziarie alla fine del messaggio sul preventivo. Per il Consiglio di Stato va bene così. Non per il cittadino, per contro. Che torna alla carica: «Erra il Governo pretendere che questa sia una mia visione ma è il contenuto di leggi e regolamenti consolidati da chiara giurisprudenza. Il non rispetto pone il Legislativo in balia di sé stesso dovendo prendere decisioni con i classici paraocchi». Ne consegue, stando al ricorrente, che il Legislativo cittadino ha deliberato il preventivo «senza adeguata informazione anche se il Governo si ostina a sostenere il contrario». Una semplice ricerca su Internet, puntualizza il privato, mostra «l’agire corretto di numerosi altri Comuni ticinesi. A torto il Governo ritiene un eccessivo formalismo chiedere l’applicazione delle norme», ossia la presentazione di un Piano finanziario non integrato nei conti.

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