La testimonianza

Parla l'unico sopravvissuto dell'incidente di Air India, tra «miracolo e tragedia»

Vishwash Kumar Ramesh, britannico di 40 anni, era seduto al posto 11a: «Sono vivo per miracolo, ma mio fratello è morto su quell'aereo»
Vishwash Kumar Ramesh ripreso in video mentre si allontana dal luogo dello schianto, il 12 giugno 2025. © X
Red. Online
03.11.2025 12:07

«È un miracolo che io sia sopravvissuto, ma la morte di mio fratello (anche lui a bordo dell'aereo, ndr.) mi ha portato via tutta la felicità». Per la prima volta, parla l'unico sopravvissuto dell'incidente del volo AI 171 di Air India, schiantatosi poco dopo il decollo da Ahmedabad, lo scorso giugno, uccidendo 241 persone. Vishwash Kumar Ramesh, britannico di 40 anni, era seduto nel posto 11a, situato accanto a una porta di emergenza dalla quale era riuscito a uscire dopo lo schianto del Boeing 787 Dreamliner.

Le immagini dell'uomo che si allontanava dai rottami hanno fatto il giro del mondo. Alla BBC, Ramesh ha dichiarato di essere «l'uomo più fortunato del mondo», ma ha pure sottolineato la sofferenza che continua a sopportare, sia fisica che mentale, dopo la tragedia. «Ho perso tutto, la mia felicità. Dio mi ha dato la vita, ma mi ha portato via tutta la felicità, anche quella della mia famiglia», è la frase raccolta dall'agenzia PA. L'uomo ha pure spiegato che l'incidente in sé è ancora troppo doloroso per essere discusso, aggiungendo di non riuscire a parlare del suo primo ricordo dopo lo schianto. Non ne ha ancora parlato neppure con i familiari più stretti.

Ramesh è «distrutto», non riesce a dormire a causa dei flashback. «Li ho in continuazione, rimango sveglio, dormo forse tre o quattro ore. Sì, è un miracolo che io sia sopravvissuto, ma ho perso tutto, ho perso mio fratello. La mia famiglia mi ha dato un grande sostegno. Mia madre, mio ​​padre e mio fratello minore sono crollati completamente, mentalmente. E anche io».

Anche in un'intervista con Sky News, il 40.enne ha espresso tutto il suo dolore: «Mio fratello era tutto. Ora passo le mie giornate in casa, senza fare niente. Non riesco ad accettare che Ajaykumar sia morto». Ramesh vive a Leicester con la moglie e il loro bimbo di 4 anni. Soffre di disturbi fisici, con dolori al ginocchio, alla spalla e alla schiena, oltre alle conseguenze delle ustioni al braccio sinistro.

Un portavoce di Air India ha dichiarato a Sky News: «Siamo profondamente consapevoli della nostra responsabilità di fornire al signor Ramesh supporto in quello che deve essere stato un periodo inimmaginabile. Prenderci cura di lui, e di tutte le famiglie colpite dalla tragedia, rimane la nostra priorità assoluta». La compagnia gli ha accordato un risarcimento di £ 21.500 (circa 22.800 franchi). «Siamo pienamente consapevoli che questo continua a essere un periodo incredibilmente difficile per tutti coloro che sono stati colpiti e continuiamo a offrire il supporto, la compassione e l'assistenza che possiamo, date le circostanze».

Nel rapporto preliminare sull'incidente dello schianto del Boeing 787 Dreamliner gli investigatori hanno spiegato che, mentre l'aereo raggiungeva la velocità massima registrata di 180 nodi (330 km/h) poco dopo il decollo, entrambi i motori si sono improvvisamente spenti. E questo perché i rispettivi interruttori di controllo del carburante sono passati dalla posizione RUN a CUTOFF, a distanza di un secondo l'uno dall'altro. La potenza dei motori ha iniziato a calare immediatamente; nello stesso momento, come emerso dalle registrazioni dei suoni in cabina di pilotaggio, uno dei piloti ha chiesto con tono allarmato all'altro per quale motivo avesse interrotto il flusso del carburante, e l'altro ha risposto di non averlo fatto. Il rapporto non specifica, tuttavia, quali piloti hanno detto quali frasi. Gli investigatori hanno escluso l'impatto con uccelli o fattori esterni.    

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