Il caso

Multe oltreconfine, «rispettate le regole anche all'estero»

Almeno tre ticinesi sanzionati in pochi giorni nella provincia di Como per avere lasciato l'auto in divieto di sosta – Il TCS: «Anche in Svizzera vengono sanzionate le targhe estere che violano il Codice della strada. Le regole valgono ovunque»
© CdT/ Chiara Zocchetti
Jenny Covelli
26.02.2024 16:42

«Ticinesi in divieto di sosta: mandati a casa a piedi a prendere i soldi per pagare la multa». «Un'altra ticinese "vittima" della tolleranza zero di Rapinese: costretta a chiamare un amico per pagare la multa». «Ticinese in sosta vietata implora il vigile: "Me la stavo facendo addosso". Ma lui lo multa lo stesso». Sono ben tre gli articoli (di cui vi abbiamo riportato i titoli) che QuiComo ha dedicato negli ultimi quattro giorni alla «linea dura» (così viene descritta dal portale online) adottata oltreconfine contro gli svizzeri che parcheggiano in divieto di sosta. Casi che in Ticino fanno molto discutere, soprattutto perché nel maggio 2022 l'allora consigliere comunale di Como Alessandro Rapinese lanciava quello è stato ribattezzato «il carro attrezzi anti-ticinesi» con queste parole: «Appena sarò sindaco, per gli amici svizzeri che parcheggiano dove gli pare e poi, complici le difficoltà legali, non pagano mai le multe, avrò, come i buoni amici meritano, un occhio di riguardo: un carro attrezzi loro dedicato. Quando avranno pagato la multa, e la rimozione, i precisetti elvetici potranno tornare a casa serenamente. Per un amico si fa questo ed altro».

I casi degli ultimi giorni

Lo scorso giovedì 22 febbraio, QuiComo riferiva di un automobilista ticinese che ha lasciato l'auto sulla corsia dei bus, a Ponte Chiasso, a poche decine di metri del confine. Una volta tornato al veicolo, ha trovato il pubblico ufficiale che gli ha chiesto l'immediato pagamento della contravvenzione. «Ed eccoli i ticinesi messi alle strette: camminano fino alla dogana, prelevano in Svizzera e tornano con i contanti». E ancora, sabato 24: «La conducente, una donna residente nel Mendrisiotto, aveva lasciato l'auto parcheggiata su un posto dedicato ai disabili in via Benzi a Como. Quando è tornata alla macchina ha trovato i vigili ad attenderla. O pagava subito la multa o la macchina sarebbe stata rimossa. La donna non aveva però né denaro né bancomat per saldare subito la contravvenzione e ha dovuto chiamare aiuto. In suo soccorso è giunto un amico (italiano) che ha pagato per lei la contravvenzione utilizzando il POS di cui sono dotati i vigili. In questo modo la donna ha risparmiato il costo del carro attrezzi». L'ultimo episodio in ordine di tempo raccontato questa mattina da QuiComo è quello di un veicolo con targhe ticinesi alla fermata del bus di via Bellinzona, ancora a Ponte Chiasso. «Il conducente ha spiegato al vigile di essersi fermato per correre al bagno. Una giustificazione che non gli ha risparmiato la multa di 87 euro (60.90 euro, ridotta del 30% se pagata entro 5 giorni)».

Intervistato da TeleTicino, lo stesso sindaco di Como, Alessandro Rapinese, ha chiarito la politica legata alle soste vietate: «Quando un veicolo è immatricolato all’estero e viola una disposizione del codice della strada (art. 207, comma 3) viene sottolineato che in caso di mancato versamento della cauzione stabilita si dispone il fermo amministrativo del veicolo fintanto che non verrà adempiuto l’onere. Non è uno scandalo e neppure un atto contro gli svizzeri. Avremmo fatto uguale con un’altra targa straniera».

«Rispettare le regole, sempre»

Diciamolo chiaramente: chi lascia l'auto in divieto di sosta incorre in una contravvenzione, e lo sa. Succede in Ticino come in Italia. «Se "a casa" non violiamo le norme, non facciamolo neppure all'estero», esorta il portavoce di TCS, Laurent Pignot. È come se ci fosse un finto sentimento di impunità, il pensiero che oltreconfine sia possibile farla franca. Ma non è affatto così.

«A volte riceviamo segnalazioni da parte di alcuni soci che ricevono, a distanza di anni, contravvenzioni altissime per violazioni del Codice della strada risalenti a molto tempo prima – spiega Pignot –. Gli automobilisti si stupiscono. Ma magari hanno ricevuto una raccomandata che è stata ignorata e con il tempo la sanzione lievita». Il consiglio quindi, uscendo dai casi comaschi, è di informarsi delle regole in atto all'estero prima di programmare un viaggio: «Può succedere che un romando o uno svizzero tedesco si rechi in Italia ed entri per sbaglio in una zona a traffico limitato (ZTL). O che non sia a conoscenza di limitazioni legate al traffico a targhe alterne nei fine settimana estivi o nelle giornate festive. Questo può capitare, sono i rischi di quando si circola all'estero». Sulla situazione al di là del confine, il portavoce di TCS si limita a precisare: «Bisogna rispettare il Codice della strada. Anche in Svizzera vengono sanzionate le targhe estere che lo violano. Le regole valgono ovunque».

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