Il caso

Petrolchimica, «nulla di penalmente rilevante»

Preonzo, il TRAM non ha ravvisato irregolarità nei mandati assegnati per i lavori di demolizione e di bonifica delle sostanze inquinanti all’ex raffineria - Respinto il ricorso di un cittadino che non si appellerà al Tribunale federale
L'ex raffineria ha cessato l'attività nel 1996 dopo quattro decenni. © CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
21.05.2025 06:00

«Non emergendo dagli atti elementi che indichino l’esistenza di comportamenti penalmente rilevanti, non può essere dato alcun seguito alla richiesta di trasmettere l’incarto al Ministero pubblico (...). Spetterà se del caso all’Autorità di vigilanza sulle commesse pubbliche procedere in tal senso, qualora dovesse ritenere dati i presupposti». Il Tribunale cantonale amministrativo (TRAM) - come appreso dal Corriere del Ticino - con sentenza comunicata ieri alle parti ha respinto il ricorso, ritenendolo «infondato», di un cittadino contro il consuntivo 2021 di Bellinzona approvato dal Legislativo il 20 giugno 2022. Sotto la lente era finito il conto investimenti e, nella fattispecie, il messaggio con la richiesta di credito di poco più di un milione di franchi per la sistemazione dei terreni dell’ex Petrolchimica di Preonzo. Il Consiglio di Stato aveva mostrato il pollice verso alla censura prima del Natale di due anni e mezzo fa, trasmettendo comunque gli atti alla Sezione degli enti locali «per i propri eventuali incombenti» in merito ai «rimproveri mossi nei confronti dell’autorità comunale». Da escludere che il privato possa rivolgersi al Tribunale federale, come ci ha confermato.

«Sono cresciute in giudicato»

E ora, come detto, è arrivata la sentenza del TRAM al quale si era appellato l’abitante auspicando altresì che il dossier venisse trasmesso alla Procura. Tutto ruota attorno alla bonifica e allo sgombero di alcune strutture nell’ambito del risanamento dell’area da oltre 25.000 metri quadrati dell’ex raffineria che ha cessato l’attività nel 1996 dopo quattro decenni. Secondo il ricorrente l’approvazione del plenum della liquidazione del credito d’investimento sarebbe scaturita «da atti illeciti e da cattiva gestione della cosa pubblica»; ravvisava inoltre la violazione di specifiche leggi. Fatti respinti dal Municipio della capitale, beninteso. E dal Consiglio di Stato. Il TRAM è sulla stessa lunghezza d’onda. «A prescindere dal fatto che le ragioni che hanno determinato una minor spesa a consuntivo rispetto a quanto era stato preventivato non influiscono in alcun modo sul risultato contabile in merito al quale il Consiglio comunale doveva esprimersi - puntualizzano i giudici -, resta il fatto che attraverso questa e le altre doglianze sollevate nel suo gravame, il ricorrente mira sostanzialmente a mettere in discussione l’operato delle Autorità comunali per quanto attiene all’aggiudicazione dei mandati a privati per gli interventi di sistemazione del predetto fondo (ossia quello della Petrolchimica; n.d.r.)».

Rispettate le disposizioni

Tali decisioni, contestate dal cittadino, precisa il TRAM ribadendo quanto aveva osservato il Governo nella sua decisione, sono tuttavia cresciute in giudicato e «poste in esecuzione, al punto che i previsti interventi sono stati da tempo portati a termine». Le questioni messe sotto la lente dal ricorrente, insomma, «esulano dalla presente procedura di contestazione del consuntivo comunale 2021 e al più andrebbero trattate in ambito di vigilanza sull’operato delle Autorità comunali». A questo punto occorre fare un passo indietro. Nell’estate 2021 ci fu una segnalazione al Consiglio di Stato dell’allora gruppo nel Legislativo turrito formato da Verdi-FA-MPS-POP-Indipendenti che chiedeva di far luce su eventuali irregolarità commesse dal Municipio nella gestione della fattispecie di cui stiamo discutendo. Ebbene, il Governo ha chiarito che l’Esecutivo si è attenuto alle indicazioni che gli erano state fornite dal Cantone per quanto riguarda le modalità di esecuzione dei lavori di demolizione e la rimozione e bonifica delle sostanze inquinanti presenti sul sedime.

Il risanamento dell’area

L’eliminazione delle strutture ancora esistenti dell’ex Petrolchimica era un passo necessario prima di dare avvio all’indagine dettagliata (nel 2018 l’area è stata iscritta nel catasto cantonale come sito inquinato) e, soprattutto, al progetto di risanamento per il quale si prevede una spesa di 20-25 milioni di franchi. Ad occuparsene sarà il Cantone, come stabilito dalla convenzione firmata tra le parti, che anticiperà anche i costi, e parimenti garantirà parte dei sussidi unitamente alla Confederazione.

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