Rilancio della Fortezza, la Città spalanca il borsellino

Ci siamo, finalmente. La tanto attesa valorizzazione della Fortezza di Bellinzona è oramai in rampa di lancio. Il Cantone e la Città, come risulta al Corriere del Ticino, hanno trovato nelle scorse settimane un’intesa politica che consentirà di dare avvio nel 2026 al progetto strategico di rilancio dei castelli. L’investimento è pari a 23 milioni di franchi e su come verrà suddiviso (non in parti uguali, come si è sempre detto e scritto finora) ci torneremo più avanti in modo più approfondito. Il messaggio con la relativa richiesta di credito dovrebbe giungere sui banchi del Gran Consiglio e del Legislativo della capitale forse già entro la fine di quest’anno.
Quell’adesione tanto agognata
È indubbiamente uno dei «cantieri» più significativi della Turrita che verrà. Di quelli in grado - almeno questa è la speranza del Municipio - di assicurare lo sviluppo socioeconomico di Bellinzona per i prossimi 15-20 anni. Al pari, insomma, del consolidamento del polo biomedico, dei quartieri che si svilupperanno a tappe al posto delle Officine FFS e delle Ferriere Cattaneo di Giubiasco e dell’ospedale regionale alla Saleggina da 380 milioni di franchi nonché del terzo binario in piazza Indipendenza. La documentazione è stata trasmessa al Governo all’inizio di ottobre 2024. «Se il Cantone aderirà, ciò rappresenterà un passo fondamentale per procedere sulla strada del rifacimento completo dell’offerta storico-culturale del bene UNESCO di Bellinzona, dando così nuovo e significativo slancio all’offerta turistica della Città e dell’intera regione - sottolinea(va) a tal proposito l’Esecutivo nel consuntivo 2024, approvato dal Consiglio comunale quasi un mese fa -. Un obiettivo di rilevante importanza è rappresentato dall’opportunità offerta dal progetto di contribuire al rafforzamento dell’offerta turistica dell’intero Cantone, con l’arrivo sulla scena di un prodotto differenziato e abilmente strutturato». L’adesione del Consiglio di Stato, come detto all’inizio, c’è.
Destagionalizzare l’offerta
Non era così scontato l’ok, anche se i manieri, la Murata e la cinta muraria sono di proprietà del Cantone. E il perché è presto detto. Già lo sapete. È un periodo di ristrettezze finanziarie pure a Palazzo delle Orsoline, quindi il Governo ha dovuto riorientare le sue priorità. Ecco così che, stando alle informazioni in nostro possesso, il Municipio sarebbe disposto a coprire più della metà dell’importo necessario per la valorizzazione della Fortezza. Salendo, magari, da 11-12 a 15 milioni. In quel caso il Gran Consiglio dovrebbe stanziarne «solo» 8. Una volta trovata la quadratura del cerchio e affinati gli ultimi dettagli, il messaggio con tutti i contenuti e con la richiesta di credito passerà al vaglio dei rispettivi Legislativi. Il rilancio dei castelli è visto nell’ottica della «Città Ticino» e della destagionalizzazione del turismo a Sud delle Alpi. Castelgrande, Montebello (che verrà parzialmente restaurato) e Sasso Corbaro avranno una propria identità, chiara e riconoscibile, e la storia medievale della Turrita si intreccerà con le nuove tecnologie con l’obiettivo di avvicinare un pubblico di ogni età. I lavori della prima fase avranno una durata di quattro anni.