Lugano

Sì al super prelievo (con polemica nella destra)

Approvata in Consiglio comunale la riscossione del contributo da 117 milioni per le canalizzazioni - Bignasca e Bassi offesi con Foletti per una sua frase (poi il sindaco si è scusato)
Giuliano Gasperi
26.09.2022 22:42

Dopo due sedute di Consiglio comunale, un ricorso al Consiglio di Stato e un piccato botta e risposta fra esponenti della destra, a Lugano il prelievo del super contributo di miglioria è stato approvato. Parliamo dei 117 milioni di franchi che la Città, per legge, deve incassare dai proprietari d’immobili avvantaggiati da varie opere di canalizzazione effettuate negli scorsi anni, in certi casi decenni. Il dibattito non è mancato, con Lega e UDC che si sono schierate invano (15 voti contrari, 33 favorevoli) contro la richiesta del Municipio. Secondo il democentrista Alain Bühler l’errore sta a monte, nelle norme. «Non possiamo continuare ad agire in modo sbagliato perché la legge ce lo impone. Fra chi dovrà pagare ci sono famiglie - ha incalzato - che sudando hanno portato a casa il sogno di una vita: avere una casa di proprietà. E ora magari, se hanno acquistato il loro immobile negli ultimi anni, si trovano di fronte a un esborso che sarebbe toccato ai proprietari precedenti». Secondo Bühler il colpevole di tutta questa situazione «è il Comune, con il suo ritardo nel prelevare». O meglio, i Comuni, dato che diverse opere sono state realizzate dagli ex Comuni poi aggregati. «In ogni caso non possiamo fustigare i proprietari» ha concluso il rappresentante dell’UDC, partito che insieme alla Lega ha promosso un’iniziativa parlamentare per impedire di andare troppo indietro nel tempo nella riscossione di questi contributi.

«Non certo di cinquant’anni!» ha tuonato il leghista Lukas Bernasconi. «Così è un pasticcio. Poi ricordiamoci che non tutti i proprietari sono grandi e ricchi proprietari, e che siamo in un momento davvero poco opportuno per chiedere soldi ai cittadini». Altrettanto intensa è stata la risposta dei favorevoli al maxi prelievo. «E la parità di trattamento? - ha esordito Lorenzo Beretta Piccoli de Il Centro - Non dimentichiamoci nemmeno dei proprietari che sono già passati alla cassa, e che stiamo parlando di 117 milioni: un’importante fetta degli investimenti della Città». Rupen Nacaroglu ha voluto replicare a Bühler: «Fa specie sentir dire che di fronte alla legge si può fare ciò che si vuole. Certo, anch’io avrei preferito un approccio più sistematico sul terreno da parte del Comune, ma resta il fatto che questo messaggio va approvato: non possiamo porci al di sopra delle regole».

Metafora sgradita

Fin a quel momento è stato un confronto acceso, ma pacato. È salito di tono dopo l’intervento del sindaco Michele Foletti, che non ha usato mezzi termini: «Perché quando i consiglieri comunali devono giurare fedeltà alle leggi e alla Costituzione sono qui a scodinzolare, e poi si comportano diversamente? Non dobbiamo pensare che siccome siamo Lugano, possiamo fare quello che vogliamo». La metafora canina non è piaciuta tra i banchi della destra. «Scodinzolare? - ha risposto seccata Raide Bassi (UDC) - Siamo qui per fare politica, alcuni toni si potrebbero evitare». Non l’ha presa bene nemmeno il leghista Boris Bignasca: «Non sono parole istituzionalmente molto corrette verso chi, in un Paese democratico, esprime in modo legittimo il proprio dissenso» ha rimproverato al sindaco e compagno di partito. «E poi, prima di scodinzolare per il giuramento, i politici scodinzolano davanti agli elettori. E uno dei punti del programma elettorale della Lega, ricordo al sindaco, è il no al proliferare di tasse e balzelli vari».

Ripresa la parola, Foletti s’è espresso in altri termini. «Forse ho usato una metafora troppo grezza, ma se una persona siede nel Legislativo e aderisce al rispetto delle leggi, poi deve cercare di farle rispettare. E qui non parliamo del proliferare di nuove tasse: la regola sui contributi di miglioria esiste dalla notte dei tempi. Comunque se ho offeso qualcuno mi scuso, non era mia intenzione». Tensione abbassata e polemica rientrata, forse. In tutta questa bagarre, comunque, nessun consigliere comunale contrario al prelievo ha proposto di rinunciare almeno a riscuotere gli interessi sui contributi in questione. I proprietari hanno tempo dieci anni per versare il dovuto, ma c’è un interesse del 5% (che è più o meno quello applicato dalle società private che forniscono prestiti, per intenderci). In pratica è un interesse di mora, ma in fondo anche la Città è in ritardo nel richiedere questi soldi. Il sindaco, tempo fa, aveva spiegato che non c’era margine di manovra su questo aspetto, che ieri è comunque stato ignorato.

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