L'evento

Si ritorna sul campo Draione con il pensiero a un anno fa

Lo storico torneo di calcio di Peccia, che l’estate scorsa era stato sospeso per l’alluvione, ripartirà venerdì - «I ricordi corrono a quei momenti drammatici e abbiamo previsto una commemorazione per essere vicini alle vittime»
Un’immagine dell’edizione del 2024, con l’intervento degli elicotteri per il rientro da Peccia; in primo piano, Daniele Rotanzi, presidente del Gruppo animazione valle di Peccia, 40 anni © MAD/torneovalledipeccia.ch
Jona Mantovan
03.07.2025 06:00

È tutto pronto per la 52. edizione del torneo di calcio di Peccia, quello sul campo «Draione», che si aprirà questo venerdì (4 luglio dalle 19.30) per poi concludersi domenica. Un anno fa, l’evento era stato travolto dalla tragica alluvione che si era abbattuta anche nella vicina Bavona, costata la vita a otto persone (ufficialmente sette, perché un giovane risulta sempre disperso). La furia della natura aveva provocato la sospensione della manifestazione e, in seguito, i promotori avevano annunciato l’annullamento dei progressi sul fronte sportivo con, di conseguenza, l’impossibilità di dichiarare una squadra vincitrice. L’appuntamento - una grande festa campestre «aggiunta» alle sfide a pallone di 18 squadre, che arriva a sfiorare anche le 400 presenze - questa volta avrà un sapore un po’ differente, come ricorda al Corriere del Ticino il presidente del Gruppo animazione che lo organizza, Daniele Rotanzi.

Una parentesi di solennità

«C’è un bel clima tra noi del comitato e i collaboratori. Stiamo predisponendo tutto sul posto, dai tavoli al bar, dalla griglia all’area di gioco, però i ricordi corrono a quei momenti, nei quali una serata di festa e allegria si è improvvisamente trasformata, poco dopo la mezzanotte, in una notte d’angoscia, lasciandoci scossi e sgomenti. Spero che tutto si svolga senza problemi. Sabato alle 11.30 abbiamo in programma un momento commemorativo».

La nostra regione è stata stravolta dalla violenza del nubifragio, ma noi la faremo rifiorire
Daniele Rotanzi, presidente del Gruppo animazione valle di Peccia, 40 anni

Una parentesi di solennità che darà spazio, oltre a una serie di discorsi come per esempio quello da parte del Patriziato, anche all’esecuzione di una canzone scritta da Paolo Tomamichel e ispirata alla catastrofe, «La büzza da san Pédar e Paolo». C’è ancora attesa, invece, per la conferma di un altro artista fra l’altro presente sul posto all’epoca e l’ultimo a suonare sul palco, Luca Imperiali, con la sua «Petricore», scritta quasi di getto per elaborare gli effetti provocati dalla devastazione, sotto forma di ballata malinconica dalle parole incisive, come «Aiutami, oh bendata Dea / Ti prego, sbircia solo un po’ / Svenendo sventolo qui bandiera bianca / di scagliare pietre tu non sei ancora stanca».

Quel furgone in bilico

Una delle immagini simbolo era diventata proprio la foto del furgone della sua banda, i «Make Plain», in bilico sulla scarpata franata proprio di fronte al capannone. Il 40.enne si sofferma ancora sul cartellone messo a punto a «contorno» delle partite: «Al contrario di quella passata, nella quale c’era un concerto con più formazioni che si dovevano esibire all’aperto - poi spostato nella tensostruttura provvisoria a causa della pioggia -, qui puntiamo su una formula più classica e sobria, con soli due gruppi».

Riprendere una tradizione

Rotanzi si concentra sulla promozione: «Non abbiamo nemmeno pubblicizzato l’iniziativa più di quel tanto, perché per noi era prioritario riprendere una tradizione. Questo incontro è molto importante per la regione, oltre a essere uno dei più grandi, e permette alla comunità di ritrovarsi, avendo così pure una valenza sociale significativa in un luogo che affronta difficoltà legate allo spopolamento».

Al di là della parte di riflessione e intrattenimento, la rassegna si presenta però anche con nuove misure. «Il Comune ha chiesto l’elaborazione di un piano di sicurezza e per farlo abbiamo incaricato uno studio specializzato», spiega ancora il nostro interlocutore. «In sintesi, in caso di allerta meteo di qualsiasi tipo, dalle precipitazioni di grado due ai temporali di grado tre, si annulla quanto previsto per il giorno successivo. Abbiamo una serie di disposizioni da seguire anche di fronte ai cosiddetti flash temporali, notificati magari solo un’ora prima e per i quali non c’è il tempo di agire».

Tornare a far vivere una valle

In questa situazione è previsto il blocco degli accessi al campo «siccome attraversano il letto del riale Soveneda, teatro della della colata detritica che si era riversata nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2024». A completare il tutto, un picchetto dei pompieri pronti a intervenire in questo scenario. «La valle di cui portiamo il nome e che amiamo è stata profondamente ferita e stravolta dalla violenza del nubifragio, ma faremo sempre del nostro meglio per tornare a farla fiorire. E quel che proponiamo questo fine settimana ne è un esempio», conclude Rotanzi.

Il confronto nella mappa di Swisstopo: link qui

Le foto delle aree colpite nella mappa di Swisstopo: link qui

Il bilancio del disastro

Nel corso della notte fra sabato 29 e domenica 30 giugno 2024, violenti e prolungati temporali hanno colpito l'alta Vallemaggia, tra le valli Bavona e Lavizzara. Ad oggi una persona (un giovane della valle) risulta ancora dispersa, mentre si registrano sette mortiuna 76.enne e due 73.enni tedesche, residenti nel Land del Baden-Württemberg, una 61.enne svizzera del canton Basilea Campagna e un 67.enne svizzero del Locarnese (i cui due corpi erano stati ritrovati a Riveo, nel greto della Maggia)un altro 66.enne svizzero del canton Basilea Campagna e una 67.enne svizzera domiciliata nel Locarnese (i cui due corpi erano stati rinvenuti a luglio nel greto del fiume all'altezza di Cevio). Cinque vittime erano a Fontana (Val Bavona), due a Prato Sornico e il disperso al Piano di Peccia (sempre in Lavizzara). Si tratta del bilancio più grave legato a una catastrofe naturale mai registrato in tempi recenti a Locarno e dintorni. L'alluvione del 1978, tanto per fare un esempio, aveva provocato sette morti (quattro nel Locarnese: Comologno, Losone, Ascona, Verscio; uno a Bellinzona e due in Val di Blenio, oltre a una quindicina in Italia, tra Val Vigezzo e Ossola). Il nubifragio in Mesolcina, di una settimana prima rispetto a quello in alta Vallemaggia, tre.

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