La decisione del Governo sugli F-35A è sulla rampa di lancio

Il consigliere federale Martin Pfister si è recato oggi in Belgio. Tra gli obiettivi, la visita alla base militare di Florennes con lo scopo di informarsi sull'esperienza operativa acquisita dalle Forze aeree locali nell'utilizzo dei jet F-35A. Da Florennes fino al tavolo del Consiglio federale, gli F-35 continuano a tenere banco. È infatti imminente (forse ci saranno novità già venerdì) la decisione del Governo sull’acquisto dei nuovi jet.
Il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) aveva infatti tempo fino a fine novembre per «esaminare approfonditamente diverse opzioni». Il tempo è scaduto e Pfister avrebbe dovuto presentare al Consiglio federale (entro la scorsa domenica) «una proposta sull’ulteriore modo di procedere». La scorsa settimana, il Governo ha tenuto una riunione «in clausura» incentrata sulla politica di sicurezza. Non è però dato sapere se la questione degli F-35A sia stata discussa.
Ma dove eravamo rimasti? Riavvolgiamo il nastro. Il Consiglio federale aveva dato il via libera per l’acquisto di 36 jet F-35A del produttore statunitense Lockheed Martin per un totale di 6,035 miliardi di franchi. Nel 2022, prima della firma del contratto, il Controllo federale delle finanze aveva espresso dubbi sull’accordo con Washington avvisando che vi era «incertezza giuridica sul concetto di prezzo fisso per l’acquisto».
L’ex «ministra» della Difesa Viola Amherd ha però ribadito a più riprese che il prezzo (concordato con gli Stati Uniti, Paese del costruttore) era fisso. Invece, gli Stati Uniti interpretano in modo diverso il concetto di «prezzo fisso». I costi supplementari stimati per l’acquisto degli F-35A sono compresi tra i 650 milioni e i 1,3 miliardi di franchi. Martin Pfister, ritrovatosi con la patata bollente (sugli errori commessi indagherà anche il Parlamento), in primavera ha parlato di un «malinteso» con Washington. Le trattative diplomatiche per trovare una soluzione, tuttavia, sono state inutili. Lo scorso 13 agosto, il consigliere federale ha dovuto ammettere che gli Stati Uniti non sono disposti a modificare la loro posizione, «motivo per cui la Svizzera non può imporre il prezzo fisso per l’aereo da combattimento F-35A».
Il DDPS, in questi mesi, ha analizzato le possibili soluzioni. L’acquisto, in ogni caso, è confermato. Al posto di 36 velivoli, però, potrebbero arrivarne solo 30. Gli Stati Uniti, dal canto loro, già a settembre si erano detti sostanzialmente disposti a consegnare meno aerei rispetto ai 36 inizialmente previsti.
Questa ipotesi è stata rilanciata lo scorso 23 novembre dal SonntagsBlick, secondo cui Pfister vorrebbe così dar seguito alla volontà popolare (e rimanere sotto il tetto di spesa di sei miliardi, come promesso dal Governo nella campagna di votazione del 2020). Tuttavia, stando al domenicale, Pfister starebbe valutando di ordinare ora «solo» 30 jet, per poi acquistare ulteriori velivolo in un secondo tempo. E non si limiterebbe ad acquistare i sei caccia rimanenti. Ne vorrebbe dieci in più, per arrivare a un totale di 40 F-35A.
