Lugano

Campo Marzio, la Città tira dritto

Parte della politica aveva tirato il freno, ma il Municipio vuole stringere i tempi e approvare in pochi mesi la base pianificatoria per il nuovo polo congressuale – Il masterplan non verrà stravolto – Passi avanti, intanto, per la cittadella universitaria all’ex Macello
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
21.10.2025 06:00

Sul Campo Marzio il Municipio tira dritto. Negli ultimi mesi, da parte della politica era arrivato l’invito a «tirare il freno» e «prendere fiato», valutando anche delle alternative. Ma per la Città, di tempo a disposizione non ce n’è molto. La partita politica, dunque, si giocherà in Consiglio comunale.

Stravolgimenti? No

Come riferito lo scorso 19 settembre, l’Esecutivo ha incaricato i servizi della Città di approfondire alcuni aspetti emersi dall’interpartitica di febbraio, chiudendo di fatto la porta alla proposta del presidente del PLR Paolo Morel di creare un’area verde al Campo Marzio e il polo congressuale nel comparto del Palacongressi. Ebbene, la via che verrà percorsa è quella già tracciata dal masterplan, presentato due estati fa. A breve i servizi trasmetteranno al Municipio un rapporto con i dettagli dello scenario scelto e successivamente (entro 2-3 mesi) la variante di Piano regolatore vera e propria. Dopo l’approvazione da parte dell’Esecutivo (l’obiettivo, dice il vicesindaco e capodicastero Eventi, Roberto Badaracco, è di poterne discutere entro al massimo gennaio 2026) la stessa verrà inviata al Cantone per un preavviso. In caso di “pollice su”, la variante verrà sottoposta al voto del Consiglio comunale. «Il masterplan non verrà stravolto ma terrà conto di quando emerso in sede di consultazione con i partiti in ottica migliorativa», afferma Badaracco. «La variante di Piano regolatore contemplerà anche i volumi entro i quali i privati potranno sviluppare i loro contenuti». Il costo complessivo del Polo congressuale è stimato in 250-300 milioni di franchi, 100-110 dei quali per i soli contenuti pubblici e 150-200 per quelli privati. Va da sé che più si concede al privato (come volumi), meno la Città dovrà sborsare per il centro congressuale. In ogni caso, Lugano potrebbe prendersi a carico un investimento pubblico massimo di circa 50 milioni.

Dopo che il Legislativo avrà approvato la variante pianificatoria (nella quale saranno contenute le volumetrie, le altezze e gli indici del Campo Marzio Nord), il Municipio potrà poi sottoporgli il contratto di partenariato pubblico privato, sulla scorta di quanto già fatto per il PSE. Per il polo congressuale, l’Esecutivo sperava di evitare il ripetersi delle schermaglie politiche combattute per il polo sportivo e aveva deciso di tastare il polso dei partiti. Di qui l’interpartitica dello scorso febbraio. Dalla quale, lo ricordiamo, sono emerse posizioni divergenti, seguite poi dalla proposta di Morel. «Con il senno di poi questa consultazione ha creato più confusione intorno al tema che una linea condivisa, e di riflesso l’opinione pubblica ora non capisce cosa stia succedendo in relazione al comparto Nord. Ritengo sia giunto il momento (ma non sarà prima di un anno circa) che il Consiglio comunale possa discuterne. Chi non sostiene il messaggio lo bocci, assumendosene la responsabilità», prosegue il vicesindaco. Che avverte: «Lo ripeto da anni: questo è un treno che non possiamo perdere. La Città ha bisogno di un centro congressuale moderno. E non lo dice solo il Municipio, bensì anche gli addetti ai lavori, il mondo economico, i commercianti e gli albergatori. Altre città, anche in Ticino, si stanno già muovendo. Se la politica frena, il tutto andrà alle calende greche e questo è un rischio che Lugano non può correre. Pena la sua perdita di attrattiva congressuale ed anche economica. Un autogoal clamoroso in tempi di difficoltà finanziarie».

Spostare i campi? Difficile

Detto del comparto Nord, resta aperto il futuro di quello a Sud. Morel immaginava un’unica area verde, collegata al Parco Ciani e senza i campi da tennis. Uno scenario, questo, «difficilmente attuabile perché prima bisogna risolvere lo spostamento degli otto campi», annota Badaracco. Qualche spiraglio in più c’è per un percorso di collegamento, ma ci sono tanti altri tasselli che devono combaciare. Si pensi per esempio al progetto della SNL, che vorrebbe ristrutturare l’area del cantiere. Il Municipio ha dato comunque incarico ai servizi di approfondire il tema ed eventuali sinergie fra i due comparti per migliorare l’attrattiva del Campo Marzio Sud e la sua relazione con la parte a nord. La Città (vedi box) può intanto sbloccare il Campus Matrix, ossia la «cittadella universitaria» in riva al Cassarate. Dall’altra parte del fiume, Campo Marzio attende.

Detto del futuro polo congressuale ancora in attesa della sua base pianificatoria, proprio lunedì la Città ha messo in pubblicazione la variante di Piano regolatore per un altro comparto strategico, quello dell’ex Macello. Dopo la crescita in giudicato della decisione di dissequestro delle macerie dell’ex centro sociale autogestito, è ora possibile procedere con la realizzazione del Campus Matrix. Qui troveranno posto attività in sinergia con quelle accademiche, quali alloggi temporanei di breve e media durata, attività culturali, didattiche, espositive ed aggregative, piccoli spazi commerciali e di artigianato.
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