Circonvallazione Agno-Bioggio, il coro dei sindaci: «Ora si ritiri il messaggio»

La variante sotterranea della circonvallazione Agno-Bioggio potrebbe beneficiare di un cofinanziamento federale, nel quadro dei programmi d’agglomerato. È semplice quanto precisa la risposta che il Consiglio federale ha dato al consigliere nazionale UDC e sindaco di Tresa, Piero Marchesi, rispondendo a una sua interpellanza inoltrata al Governo lo scorso 11 giugno, pochi giorni dopo la presentazione da parte del Consiglio di Stato del messaggio, elaborato dal Dipartimento del territorio (DT), che invece propone la variante con la strada interamente in superficie. Variante sostenuta da Bioggio e osteggiata invece da tutti gli altri Comuni coinvolti, Agno in primis. Che attraverso il suo Municipio e il suo Consiglio comunale ha subito chiesto al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio il ritiro del messaggio. Forti critiche erano arrivate anche dalla Conferenza dei sindaci del Malcantone, che, dopo la risposta del Consiglio federale, ribadisce la sua contrarietà alla variante a cielo aperto, domandando nel contempo al Cantone di collaborare con i Comuni per elaborare una proposta condivisa, sostenibile e rispettosa delle specificità locali.
Tra sostegni e costi
Troppo costosa. È questa la ragione principale per cui il DT e il Consiglio di Stato hanno preferito portare avanti una circonvallazione con una strada in superficie fra l’aeroporto e il Vallone, pur scontrandosi con l’opposizione della Conferenza dei sindaci e di Agno. Oggi però il Consiglio federale ha, per così dire, scompaginato i piani, affermando non solo che una variante sotterranea potrebbe essere cofinanziata ma che l’eventuale sostegno potrebbe essere tra il 30 e il 50% dei costi totali. Che cosa vuol dire? Vuol dire che la differenza di prezzo tra la variante a cielo aperto e quella interrata verrebbe “limata” o quantomeno ridimensionata, dato che per la prima servirebbero 337 milioni di franchi, mentre per la variante con lo stesso tratto in galleria sono stati ipotizzati costi per 500 milioni. A pensarla così è Piero Marchesi.
«Finora nessuna richiesta»
«Dipartimento del Territorio e Consiglio di Stato – dice il consigliere nazionale e sindaco di Tresa - hanno sempre detto di preferire la variante a cielo aperto perché meno costosa. Oggi veniamo invece a conoscenza che la differenza di costo con la variante in galleria può essere colmata con un cofinanziamento federale. Cofinanziamento, e questo è davvero scandaloso e grave, che il Cantone non ha neppure chiesto alla Confederazione, così come si apprende dalla risposta alla mia interpellanza da parte del Consiglio federale».
«Finora non è stata presentata in nessun programma d’agglomerato una variante sotterranea». È in effetti questa una delle risposte che l’Esecutivo federale dà a Marchesi, dopo aver specificato che «un cofinanziamento (della variante sotterranea, ndr) attraverso il Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA) nel quadro dei programmi d’agglomerato dovrebbe essere esaminato nel dettaglio, ma in linea di massima è possibile». Il Governo poi prosegue: «Affinché una misura possa essere finanziata attraverso i programmi d’agglomerato, deve essere integrata in una strategia generale dei trasporti e deve essere coordinata con lo sviluppo degli agglomerati. La relativa prova deve essere fornita nel quadro di un programma d’agglomerato». I programmi d’agglomerato di quinta generazione, si sottolinea ancora, hanno dovuto essere inoltrati alla Confederazione per l’esame entro il 30 giugno 2025, mentre il termine per la sesta generazione sarà presumibilmente nel 2029.
«Pronti ad aspettare ancora»
Se DT e Consiglio di Stato dovessero ritirare il messaggio della variante a cielo aperto della circonvallazione (così come si augura Marchesi) per presentare una soluzione sotterranea che potrebbe ricevere un cofinanziamento federale passeranno dunque ancora diversi anni. «Non sarebbe affatto un problema», rileva Thierry Morotti, sindaco di Agno e presidente del comitato di coordinamento della Conferenza dei sindaci del Malcantone. «Stiamo aspettando da 50 anni, e aspettare qualche anno in più è un dovere da parte nostra», specifica. Tutto questo anche perché «questa risposta del Consiglio federale apre nuovi scenari e come Conferenza, ma anche come Agno, ci sprona ad andare avanti nel chiedere il ritiro del messaggio della soluzione a cielo aperto». Anche Morotti come Marchesi giudica «grave» e «scandaloso» che il DT e il Consiglio di Stato non abbiano fatto un tentativo per sapere se la soluzione interrata potesse essere in qualche modo finanziata da Berna. «Ora spero che il direttore del DT, Claudio Zali - continua Morotti - abbia il buon senso di fare un passo indietro. Lo spero, anche se non credo che lo farà davvero».
CRTL forse pronta a muoversi
A non rimanere con le mani in mano sarà probabilmente la Commissione regionale dei trasporti del Luganese (CRTL). «L’anno prossimo cominceremo a lavorare al PAL 6 e questa risposta da Berna - spiega il suo presidente, Filippo Lombardi - ci spingerà a riprovare questa strada per la circonvallazione nella sua versione in parte interrata». La CRTL, fa sapere Lombardi, aveva proposto la circonvallazione nel PAL2 che Berna ha finanziato, ma non la circonvallazione nella sua versione in superficie, ritenendo non sufficiente il rapporto costi-benefici in quel contesto. Ma Berna cambia ed evolve».
Chissà se visti gli ultimi sviluppi cambierà qualcosa anche per la nuova circonvallazione.