Il caso

Il moderno ospedale e le altre tessere del mosaico

Bellinzona, nel tetris degli enti di pronto intervento che cercano una nuova casa sotto la lente c’è soprattutto l’ambulanza che è interessata ad insediarsi alla Saleggina - La caserma dei pompieri verrà realizzata all’ex Birreria
© Rendering EOC
Alan Del Don
06.05.2024 06:00

Il Comune è coinvolto nel progetto, ma dev’essere data libertà all’Ente ospedaliero cantonale (EOC) di realizzare «una struttura così complessa - sia dal punto di vista del funzionamento interno, sia per gli effetti esterni, sia ancora per le procedure da applicare - come un nuovo ospedale, senza vincoli di contenuti esterni che non per forza ne sono compatibili (si pensi ad esempio a pompieri o polizia) e con riguardo a una superficie, quella della Saleggina, che al netto del progetto di Parco fluviale (che pure si integra e qualifica quello del nuovo ospedale) deve servire all’inserimento, in una prima fase» (entro il 2031) del moderno nosocomio da 380 milioni di franchi. Una struttura che verrà poi ampliata, verso la Golena, con orizzonte il 2046 «con contenuti di rilevanza cantonale».

Lo studio di fattibilità

Il Municipio cittadino, rispondendo all’interrogazione di Pietro Ghisletta ed Emilio Scossa-Baggi (Il Centro), fa il punto sul complesso che andrà a sostituire il vetusto San Giovanni, certo, ma anche sul prospettato centro servizi sotto il cui tetto avrebbero dovuto essere riuniti gli enti di pronto intervento. Se ne parla da decenni, ed ogni volta salta fuori un progetto nuovo. Adesso, come avevamo riferito nel gennaio 2023, sul tavolo c’è l’edificazione della caserma dei pompieri in via Birreria a Carasso: «Da un recente studio di fattibilità è emerso che raggruppare tutti i servizi in una sede unica (quindi pure pompieri, polizia e Croce Verde; n.d.r.), comporterebbe dei costi non sostenibili, per cui ci si sta ora orientando verso altre soluzioni che tengano conto delle urgenze per definire la priorità temporale delle diverse realizzazioni».

«Interventi in tempi brevi»

Quali sono le previsioni temporali del Comune per affrontare le «evidenti problematiche di spazio», in particolare della Polizia comunale e lo stato di palese degrado della caserma dei pompieri, chiedevano Ghisletta e Scossa-Baggi? «Le più brevi possibili, ritenuto che deve essere concluso il progetto definitivo, richiesto il credito di realizzazione, ancora ottenuta la licenza edilizia, su un sedime, quello dell’ex Birreria, perlomeno (e, in termini di risparmio di tempo, non è poco) già pianificato per tale scopo». E l’ambulanza? I consiglieri comunali proponevano, appunto, di ricavarvi uno spazio accanto al futuro nosocomio alla Saleggina. «Nella sua autonomia sta alla Croce Verde di semmai contattare l’EOC e, ancora una volta, all’EOC di sapere se questa possa trovare per tempo sede nel nuovo ospedale, come non è sinora previsto», specifica l’Esecutivo.

A stretto contatto

L’ospedale alla Saleggina, lo si è detto più volte, è uno dei progetti strategici della Bellinzona che verrà. Figura, logicamente, in cima al plico di dossier sulla scrivania dei municipali, i quali fin dall’inizio si sono detti entusiasti dell’opportunità che si è creata di poter accogliere il nosocomio regionale del Sopraceneri. L’Esecutivo in «questi ultimi mesi ha seguito attivamente la procedura di concorso internazionale ed è in contatto con il Cantone per la prossima fase di regolamentazione delle basi pianificatorie del sedime, oltre che per l’organizzazione logistica e finanziaria dello spostamento dello stand di tiro».

Informazione parallela all’iter

Il progetto scelto, come abbiamo riferito a più riprese in febbraio e marzo, è «Il profumo dei tigli» del consorzio guidato dallo studio di architettura del compianto Michele Arnaboldi e di quello di Michele Gaggini. Un complesso modulare, che punta sulla sostenibilità, e che è già pronto all’evoluzione in campo medico. Una questione aperta è quella del destino del San Giovanni, inagurato il 14 aprile 1940 e che fra 10-12 anni finirà il ciclo di vita. «È stato istituito un gruppo di lavoro, dove sono rappresentati l’EOC, il Comune e il Cantone, per affrontare il tema della conversione degli spazi e il futuro del comparto. Le intenzioni saranno oggetto di informazione parallela all’iter regolamentativo del nuovo ospedale alla Saleggina, a cui faranno seguito le decisioni politiche e le usuali fasi di partecipazione», sottolinea il Municipio nella risposta all’interrogazione di Pietro Ghisletta ed Emilio Scossa-Baggi.

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