Il caso

La triste fine delle cave: dal marmo bianco alla caduta sassi

Castione, sono previste delle opere di premunizione della zona edificabile che si trova sotto il comparto estrattivo la cui attività è cessata nel 2000 – Verrà realizzata una seconda vasca di contenimento a monte dell’abitato – Che tempi quando la pregiata pietra era richiesta ovunque...
© CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
13.11.2025 06:00

«Tra la cava grande e quella media fenomeni di crollo rocce recenti hanno evidenziato un mutamento delle carte di pericolo tali da giustificare la futura realizzazione di un vallo di protezione della zona edificabile sottostante». Il Municipio va dritto al nocciolo della questione nella richiesta al Consiglio comunale - che si riunirà lunedì 15 dicembre - di approvare il progetto da 580 mila franchi per le opere di premunizione delle acque di versante. A Castione l’attività di estrazione è andata avanti per un secolo, in primo luogo quella legata al marmo bianco. I primi tagliatori fecero la loro apparizione all’inizio del Novecento. La pietra diventò presto l’oggetto del desiderio di mezza Europa. Al suo fascino non resistettero nemmeno il Ticino ed il resto della Svizzera. Fra le costruzioni di maggior pregio citiamo il Palazzo delle Orsoline a Bellinzona, il Palazzo federale a Berna, la sede dell’UEFA a Zurigo, quella amministrativa del CERN a Ginevra e diversi ospedali. C’è tuttora una grande richiesta. Persino una celebrità dell’architettura mondiale, come l’inglese David Chipperfield, si era innamorato del materiale che oggi è rarissimo. Si trovava (il sito è inattivo dal 2000) nell’ente locale a nord della Turrita e in pochi altri posti.

A nord dell’ex Motel

Dopo che è calato il sipario l’Esecutivo di Arbedo-Castione ha deciso di procedere con la riqualifica dell’ampio comparto per far fronte a tutta «una serie di temi, tra cui i pericoli naturali (processi d’alluvionamento, trasporto solido e caduta sassi), le cave con i suoi potenziali estrattivi e le deponie, il bosco e la sua gestione nonché la rete degli accessi». Il piano di indirizzo elaborato da uno studio ticinese specializzato nelle scienze della terra ha delineato gli interventi da eseguire. A nord, dietro l’ex Motel e gli stabili del nuovo «Arbed Smart Center», verranno realizzate delle opere di premunizione che consentiranno di risolvere i «processi d’alluvionamento, trasporto solido e caduta sassi. Sulla cava grande è previsto un sistema di regimazione delle acque e contenimento del fenomeno caduta sassi a favore della zona edificabile sottostante».

Le misure di tutela ambientale

Il provvedimento principale riguarda la costruzione di una vasca di contenimento della capienza di 200 metri cubi a monte dell’abitato in via delle Cave a Castione. Andrà ad aggiungersi a quella già esistente. I manufatti raccoglieranno il materiale proveniente da tre riali. «Il dimensionamento di queste opere per le portate liquide e solide è basato sui dati del geologo con tempi di ritorno di 700 anni». Parallelamente si procederà con delle misure ambientali, vale a dire con il rimboschimento e la ricucitura dell’«importante ferita» per evitare il diffondersi delle neofite invasive: «In prossimità della cava grande è previsto anche l’utilizzo del piazzale esistente come piazzale d’esbosco per interventi futuri e come piazza antincendio». Si attende ora il via libera al progetto dell’Ufficio dei corsi d’acqua; le opere saranno sussidiate nella misura del 60%. Verranno prelevati dei contributi di miglioria. Il cantiere si aprirà fra un anno.

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