Lugano

Manifestazione non autorizzata: «Bloccarla? Non è proporzionato»

Il corteo antifascista di sabato (così come quello dei tifosi del Rapperswil) ha creato vari disagi alla viabilità – Karin Valenzano Rossi chiarisce: «Non si può impedire l’esercizio di un diritto costituzionale a meno che non ci siano concreti indizi di rischi o problemi di ordine pubblico»
© CdT/Chiara Zocchetti

Per chi doveva garantire la sicurezza e l’ordine pubblico in città, il pomeriggio di sabato si è rivelato piuttosto impegnativo, non solo per motivi sportivi (con un corteo organizzato dai tifosi della squadra di hockey del Rapperswil verso la Cornèr Arena), ma anche e soprattutto per la manifestazione antifascista (e la contro-manifestazione ad opera di una quindicina di facinorosi incappucciati), annunciata da giorni e non autorizzata, e il Plan B.

Vietare a priori? Non si può

«Comprendo il disagio e la crescente insofferenza della cittadinanza che si vede sempre più spesso limitata nei propri spostamenti o deve assistere sempre più frequentemente a questo tipo di manifestazioni», premette la capodicastero Sicurezza di Lugano, Karin Valenzano Rossi. Diversi cittadini si sono infatti rivolti al Municipio per esprimere il proprio dissenso su quanto accaduto e sulla tolleranza delle istituzioni giudicata eccessiva. E tra le domande che sono state fatte ne spicca una: perché una manifestazione non autorizzata ha potuto aver luogo? «Capisco l’interrogativo anche a fronte talvolta della strumentalizzazione dell’uso della piazza; è importante però ricordare che non si può impedire l’esercizio di un diritto costituzionale, come appunto quello di manifestare», risponde Valenzano Rossi. «L’intervento di Polizia deve essere proporzionato e nel rispetto del diritto costituzionale una manifestazione deve potersi svolgere a meno che non ci siano concreti indizi di rischi o problemi di ordine pubblico e sicurezza. Le forze dell’ordine possono seguire il corteo e presidiare alcuni luoghi sensibili – come accaduto lo scorso 2 ottobre, quando i manifestanti volevano recarsi sui binari – oppure in caso di interruzione prolungata del traffico». Insomma, un divieto a priori non è possibile. «Pena l’abuso di autorità», sottolinea la capodicastero Sicurezza. «Il fastidio e i costi che possono arrecare al resto della cittadinanza, salvo altri problemi di sicurezza pubblica, non sono considerati sufficienti per restringere un diritto costituzionale, esercitato in maniera moderata. A Berna, quando la protesta era contenuta è stata tollerata, quando i manifestanti hanno passato il limite, la Polizia è intervenuta».

Chi paga?

E proprio a Berna, lo ricordiamo, si è acceso il dibattito sulla questione dei costi dell’intervento delle forze dell’ordine. La legge cantonale consentirebbe di riversare sui manifestanti i costi per l’intervento di polizia. Una possibilità introdotta da pochi mesi anche nel canton Zurigo in seguito a un’iniziativa popolare della destra (dovrebbe entrare in vigore nel 2026), ma che ora finirà davanti al Tribunale federale.

Tifosi in bus? No

Detto della manifestazione, a creare non pochi disagi al traffico è stato anche il corteo dei tifosi del Rapperswil (i Lakers erano impegnati alla Cornèr Arena contro l’HC Lugano), che ha percorso il tragitto Stazione FFS pista di ghiaccio e ritorno. Un’altra soluzione, per il momento, non sembra possibile. «Prima che entrassi in Municipio si era parlato della possibilità di far capo a dei bus. Ho tentato di rilanciare il tema ma il Cantone lo ha bocciato», dice Valenzano Rossi.

Parla la Cantonale

Sabato, a conti fatti, erano due le manifestazioni che, potenzialmente, sarebbero potute entrare in contatto. Il corteo «antifascista» da un lato (con annessa la quindicina di presunti esponenti dell’estrema destra autrice di provocazioni e lancio di materiale pirotecnico), i tifosi del Rapperswil in marcia verso la Cornèr Arena, dall’altro. «Da un profilo potenziale, due eventi così ravvicinati potrebbero portare anche a qualche frizione» premette, da noi interpellato, il portavoce della Polizia cantonale Renato Pizolli. Una situazione, visto anche quanto accaduto in altri Cantoni in contesti simili, non del tutto semplice. «Il fatto che non ci siano stati grossi disordini e problematiche, dal punto di vista della sicurezza, va visto in maniera positiva – continua Pizolli –. La polizia ha come primo obiettivo quello di garantire l’ordine pubblico, supervisionare e controllare lo svolgimento di tali manifestazioni. Qualora si verificassero dei problemi – sottolinea il nostro interlocutore – siamo pronti a intervenire per interromperli». Per questo motivo «quando c’è stata un po’ di tensione la polizia è intervenuta».

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