Lugano

Pestaggio in pensilina, la vittima colpita con una serie di calci alla testa

Emergono nuovi dettagli sul caso di violenza giovanile avvenuto il primo agosto a Lugano: alcuni aggressori hanno precedenti penali
©Chiara Zocchetti
Red. Online
11.08.2025 19:39

Emergono nuovi dettagli sul violento pestaggio andato in scena la notte del primo agosto nei pressi della pensilina Botta a Lugano. Un 19.enne del Bellinzonese, ricordiamo, era finito in ospedale dopo esser stato aggredito da un gruppo di giovani,  6 dei quali identificati dalla polizia: cinque di loro sono finiti in manette, mentre un altro è indagato a piede libero.

Stando alle immagini della videosorveglianza e alle testimonianze di chi era presente quella notte, il gruppo di ragazzi, dopo un breve diverbio nato per futili motivi, ha aggredito il 19.enne del Bellinzonese, colpendolo poi con una serie di calci alla testa, fino a 6, mentre si trovava a terra. Un dettaglio, questo, confermato dalla RSI, la quale sottolinea come l'aggressione avrebbe potuto avere conseguenze decisamente peggiori.

Resta da stabilire quanti dei colpi sferrati quando la vittima si trovava a terra avrebbero potuto essere letali. I 6 indagati - due 18.enni e 4 minorenni domiciliati nel Mendrisiotto e del Luganese - sono accusati di tentato omicidio, nonché lesioni gravi, lesioni semplici e aggressione. La vittima, riporta ancora la RSI, aveva bevuto alcolici e probabilmente anche gli aggressori. Alcuni di loro hanno inoltre precedenti penali.

Negli ultimi tempi i casi di violenza giovanile sembrano essere in aumento in zone della città come la pensilina Botta, il Quartiere Maghetti, via Cantonale e corso Pestalozzi. Oltre alle preoccupazioni dei cittadini e agli appelli di don Emanuele Di Marco, pure commercianti ed esercenti hanno evidenziato i problemi della movida luganese.

Proprio il giorno prima dell'aggressione, si era tenuto un incontro coordinato dalla capo dicastero Sicurezza e spazi urbani della Città, Karin Valenzano Rossi, al quale avevano partecipato, oltre alle due categorie sopra citate, anche esponenti della PolCom di Lugano, della gendarmeria della Polizia cantonale, alcuni inquilini e rappresentanti dei padroni di casa. Timori sono stati espressi per i prossimi mesi: con Lugano Marittima la situazione al Maghetti è relativamente tranquilla, ma da settembre? A titolo di esempio, praticamente una volta al mese alla Fondazione Maghetti le forze dell’ordine chiedono le riprese della videosorveglianza. E proprio le telecamere, quelle della Città, si sono rivelate decisive per individuare gli autori del pestaggio di qualche giorno fa. Un deterrente che però da solo non sembra bastare.  

Il tema della violenza giovanile ha pure portato a un diverbio in seno all'Esecutivo luganese tra Raoul Ghisletta e la collega Karin Valenzano Rossi. Diverbio che ha spinto il sindaco Michele Foletti a strigliare i due municipali sulle pagine del CdT.

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