Fact checking

Verificare le notizie, parte 5: da Giletti a Odessa a George Soros

Quinta parte del tutorial di Facta.News, dedicato all'analisi della motivazione
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Facta.News
03.05.2022 17:30

Verificare una notizia a volte non è un processo semplice e sono diversi i passaggi da fare per assicurarsi di esaminarne tutti i dettagli. Tra questi c’è anche l’analisi della motivazione.

Perché una notizia è stata condivisa? Ci sono motivazioni non esplicite o non dichiarate che hanno portato a pubblicare quel filmato o quella foto? Le persone o i gruppi che diffondono le informazioni potrebbero avere interesse nel farlo? La risposta a queste domande aiuta ad orientarsi meglio tra informazione e disinformazione.

Perché pubblicare una notizia

Cercare di intuire (o per lo meno ipotizzare) la motivazione che sta dietro una notizia o di un contenuto è importante per contestualizzare al meglio il processo di verifica. Ma quali domande farsi per raggiungere un risultato ottimale?

Se, ad esempio, stiamo verificando una foto o un video è importante chiedersi se la persona che sta condividendo quel contenuto ha assistito all’evento dal vivo, se si tratta cioè di un testimone oculare. Quando possibile, è importante cercare di entrare direttamente in contatto con la fonte, così da parlare con chi ha portato la notizia all’attenzione del pubblico e ricevere le informazioni nella loro versione originale.

In ogni caso, è utile indagare il profilo che sta condividendo la notizia, cercando di individuare particolari opinioni o ideologie espresse in altre occasioni: si tratta di un attivista o di un dipendente di una società in qualche modo coinvolta negli eventi? O, ancora, è il membro di una community online che promuove uno specifico prodotto o una data causa?

Se si tratta di una pagina o di un gruppo, come accade di frequente su alcuni social network, le domande devono concentrarsi tanto sugli amministratori quanto sulle notizie veicolate: è una pagina attiva in particolari gruppi sui social network? Quale ideologia o approccio all’informazione viene veicolata in quei gruppi? La pagina o il gruppo sono collegate a qualche sito web di informazione o di altro tipo?

Rispondere a queste domande o, per lo meno, indagare su questi aspetti, potrebbe fornire un qualche indizio utile a capire perché la notizia è stata pubblicata, condivisa e magari diventata virale. Vediamo brevemente alcuni esempi, così da capire meglio quanto è importante scoprire perché una notizia viene condivisa.

La notizia di Massimo Giletti a Odessa

Nelle ultime settimane sono diversi i giornalisti italiani che si sono recati in Ucraina per fornire una testimonianza diretta di quanto sta succedendo nel Paese, invaso il 24 febbraio dalla Russia. Tra questi, uno ha fatto particolarmente parlare di sé: si tratta di Massimo Giletti, conduttore televisivo della trasmissione Non è l’arena in onda su La7.

Ad inizio aprile sui social network è diventata virale un’immagine che sembrava mostrare Giletti all’interno di un sottopassaggio. Lo scatto era accompagnato da questa scritta: «Non è l’arena – Giletti in diretta dalla trincea di Odessa ma in realtà è la stazione di Barra», quartiere di Napoli. Secondo alcuni, quindi, il conduttore avrebbe simulato la sua presenza in Ucraina registrando in realtà la trasmissione dalla Campania.

Immagine pubblicata sui social network - fotomontaggio, contenuto satirico
Immagine pubblicata sui social network - fotomontaggio, contenuto satirico

Ma perché questa notizia è diventata così virale? E chi c’è dietro la sua creazione?

La viralità della notizia è legata sia al clima di guerra che l’Europa sta vivendo sia alle critiche mosse da alcuni utenti del Web, secondo cui Giletti avrebbe spettacolarizzato il conflitto e violato il coprifuoco in vigore nella città. Cerchiamo ora di capire chi è che ha condiviso l’immagine.

Le ricerche dimostrano che si tratta di un fotomontaggio satirico pubblicato il 3 aprile 2022 dalla pagina Facebook «Circumvesuviana. Guida alle soppressioni e ai misteri irrisolti». La stessa pagina aveva chiarito successivamente che si trattava di un contenuto ironico, visto l’alto numero di utenti che aveva considerato vera la notizia.

Massimo Giletti dunque si trovava realmente a Odessa (come testimoniato, ad esempio, qui), mentre la foto che lo accusava di aver inscenato la diretta da un quartiere di Napoli era semplice ironia. Indagare sulle motivazioni che hanno portato alla pubblicazione della notizia – in questo caso, fare ironia – ha permesso di contestualizzarla e fare chiarezza.

Il complotto dei biolaboratori sotto l’acciaieria Azovstal

Un altro caso di disinformazione che calza a pennello con l’argomento che stiamo trattando è la notizia infondata relativa alla presenza di un laboratorio bio-militare gestito dalla Nato sotto l’acciaieria di Azovstal.

Ma chi ha messo in circolo la falsa notizia? Indagandone le origini, alcuni giornalisti hanno scoperto che è stata messa in circolazione da un giornalista brasiliano, Pepe Escobar, che per primo l’ha pubblicata su Twitter. Il Dipartimento di Stato americano ha individuato in Escobar un agente della propaganda e della disinformazione russa. Questa informazione è essenziale per interpretare in modo oggettivo la notizia e procedere con la sua verifica.

George Soros, Mastercard e l’Unhcr

Tra i classici della disinformazione che, negli anni, si sono diffusi in Italia e all’estero c’è la falsa storia secondo cui i migranti si presentavano ai confini europei muniti di carte di credito MasterCard con il logo dell’Unhcr (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati). Il responsabile del «dono» sarebbe il filantropo George Soros, da tempo vittima di cospirazioni.

In realtà, non c’è nulla di vero. Si tratta di una notizia falsa che ha avuto origine dal sito sloveno Nova24, noto per diffondere cospirazioni e notizie false, oltre a contenuti xenofobi e di estrema destra. Secondo un’indagine del New York Times, il sito sarebbe finanziato da media collegati a uomini d’affari vicino al presidente ungherese Viktor Orbán con l’intento di diffondere contenuti di estrema destra in Europa.

Anche in questo caso, dunque, interrogandosi sull’origine della notizia si risale a delle fonti che non possono essere considerate indipendenti. Al contrario, le indagini sul sito hanno dimostrato un diretto collegamento tra una figura politica e un sito Internet impegnato a veicolarne le ideologie.

Leggi le puntate precedenti: l’origine, la fonte, la data e il luogo.

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