Detto tra noi

Quando il bisturi non risolve

Una riflessione sulla psicologia dell'intervento estetico
Mauro Rossi
27.01.2023 06:00

È ormai da parecchi anni che mi chiedo cosa spinga un numero sempre maggiore di donne a sottoporsi alla chirurgia plastica, anche quando non ce ne sarebbe alcun bisogno e, spesso, con risultati terribili – non si contano più ormai i volti talmente gonfi da sembrare dei canotti di salvataggio così come le aspiranti sosia del Joker di Batman, risultato di pelli e labbra tiratissime che disegnano sui loro visi inquietanti ghigni. Pur comprendendo il desiderio, in una società in cui l’apparire è spesso più importante dell’essere, di provare ad attenuare i segni del tempo che passa, ritengo infatti che in questo campo si sia ormai oltrepassato ogni limite e, soprattutto, che non si affronti la questione dalla giusta prospettiva, che più che di carattere estetico è psicologico. Se infatti una persona (ho esordito parlando di donne, ma il ragionamento può tranquillamente essere esteso pure ai maschi, per nulla estranei al fenomeno, anzi...) nonostante l’avanzare degli anni non sente il bisogno di una liposuzione o di farsi stirare le rughe, significa che sostanzialmente sta bene con se stessa (mirabile, in tal senso la storica affermazione dell’attrice Anna Magnani: «Non provate a togliermi le rughe dal viso: ci ho messo una vita a farmele»). Se invece scruta con angoscia o terrore lo scorrere degli anni, lo sfiorire della bellezza e l’affiorare di una ruga, allora il più delle volte fa forse bene ad affidarsi ad un chirurgo plastico per qualche ritocchino, nella misura in cui ciò la può aiutare ad aumentare la propria autostima. Purtroppo però la questione, sovente, non è così semplice. Ci sono infatti ormai moltissime persone che, come dicevamo in precedenza, pur non avendone alcun bisogno, si rivolgono ai bisturi dei chirurghi affinché ritocchino i loro volti. Venendo in larghissima parte dei casi accontentate sia per mere opportunità economiche (il famoso detto latino «pecunia non olet» è un mantra gli operatori del settore), sia perché il più delle volte è difficile farle recedere dai loro propositi. Poi però accade che, spesso, al termine di questi interventi, i pazienti si ritrovino ancora più insoddisfatti di prima in quanto i loro problemi non erano di ordine estetico e andavano probabilmente affrontati in un altro modo e da un altro tipo di specialisti. Il fatto è, come sostiene un amico medico, che anche nel settore estetico, come in tutti gli altri ambiti sanitari, dovrebbero essere i chirurghi a scegliere i soggetti da operare. Invece succede esattamente il contrario ed è quindi facile incontrare persone magari ritoccate con grande abilità – anche se l’esperienza pratica in molti casi, ci suggerisce il contrario – ma più infelici perché il bisturi ha tolto loro l’illusione riuscire a stare meglio semplicemente ritrovandosi con qualche ruga o qualche leggerissimo difetto estetico in meno.

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