La storia

Quando il cambiamento climatico è stampato sulla maglia

Il Reading FC questa stagione indossa le «climate stripes» per sensibilizzare tifosi e opinione pubblica – E le vendite online hanno fatto segnare un +35%
Marcello Pelizzari
07.08.2022 07:00

La Premier League, il ricco e prestigioso torneo di punta della piramide inglese, è lontana. Nemmeno troppo. .Ma pur sempre lontana. La nostra storia si sviluppa in Championship, un gradino più in basso. Di soldi – è vero – ne girano parecchi pure qui. Come girano, parallelamente, le idee. Capaci di attirare l’attenzione di mezzo mondo. Prendete il Reading FC, fresco di successo (2-1) sul Cardiff al primo appuntamento casalingo della nuova stagione. Prendete, soprattutto, la sua maglietta. E osservate con attenzione le maniche. Sono diverse, tutt’altra cosa rispetto alla tradizione del club, eppure hanno un senso estetico preciso. Che rimanda a un concetto di strettissima attualità: il cambiamento climatico. Le maniche, infatti, presentano 150 strisce strettissime, ribattezzate climate stripes. 

Ogni striscia rappresenta la temperatura media registrata in città per un singolo anno. Si comincia dalla fondazione del Reading, nel 1871. Il blu è associato alle temperature più fredde della media, il rosso a quelle più calde della media. Seguendo le linee, è evidente come le temperature si siano alzate in maniera esagerata e preoccupante negli ultimi anni. A causa, appunto, del cambiamento climatico. «Le strisce sono uno strumento di comunicazione di facile comprensione per far comprendere l’emergenza della situazione» ha spiegato Tim Kilpatrick, direttore commerciale del Reading, a Bloomberg.

L'idea di Ed Hawkins

Il padre delle strisce si chiama Ed Hawkins, uno scienziato del clima presso il National Centre for Atmospheric Science dell’Università di Reading, a una settantina di chilometri da Londra. L’illuminazione gli venne nel 2018, dopo aver visto delle coperte per bambini lavorate a maglia da un collega. Due anni prima, invece, la sua animazione a spirale che mostrava l’aumento delle temperature globali venne utilizzata, con successo, durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Rio de Janeiro. In un certo senso, potremmo definire Hawkins una celebrità nel campo della visualizzazione dei dati sul cambiamento climatico.

Chiamato dal club della sua città, Hawkins ha suggerito di utilizzare le temperature registrate proprio a Reading. Un tocco local, insomma, per colpire ancora di più. In questo modo, ha detto, «ci rendiamo conto che le cose stanno cambiando nel luogo in cui viviamo». Già, «nel nostro giardino» volendo usare le parole dello scienziato. Ad accorgersi di Hawkins è stato Kilpatrick, per purissimo caso, nel corso di una videochiamata con l’Università di Reading, nel 2020. Le strisce, in ogni caso, erano piuttosto famose. Anche perché l’ateneo garantisce libero accesso.

Il Reading, detto delle climate stripes, ha fatto le cose in grande con la nuova maglia. Usando un materiale mutuato da bottigliette di plastica riciclate. La mossa, leggiamo, fa parte di una strategia più ampia nella speranza di rendere il club più sostenibile. Pensiamo ai pannelli solari o all’uso di veicoli elettrici per i lavori sul campo, ma anche alle guide per consentire agli spettatori di compiere scelte più rispettose del clima.

La maglia piace

Le magliette di calcio, negli ultimi anni, sono diventate un veicolo di comunicazione centralissimo. Di recente, Mattia Sacchi ne aveva parlato con Mirko Borsche, l’ideatore delle bellissime divise del Venezia. Il lancio dei nuovi kit, siano essi per le partite in casa o per le trasferte, oramai è un vero e proprio Natale per i tifosi. Atteso, agognato anche. In ballo ci sono milioni e milioni, versati dagli sponsor tecnici e dagli altri sponsor. Per tacere delle vendite. Il prezzo per una singola maglietta, negli anni, è salito. In Svizzera, ad esempio, le nuove divise partono dai 99 franchi. Cui, però, bisogna aggiungere gli extra per le personalizzazioni: nome, numero ed eventuali patch.

Il Reading, senza necessariamente scomodare la recente ondata di calore che ha colpito il Regno Unito, ha scherzato col fuoco allontanandosi, e di molto, dalla tradizione. I tifosi, non a caso, all’inizio hanno risposto con un certo scetticismo. Non che fossero negazionisti climatici, al contrario. È che in Inghilterra non è mai semplice introdurre novità di questo tipo. Le maglie, quantomeno quelle per le partite casalinghe, teoricamente dovrebbero mantenere un certo classicismo. Con il passare dei giorni, tuttavia, la gente ha cominciato ad abituarsi a quelle strisce. A maggior ragione dopo averne compreso il significato. Secondo Kilpatrick, gli acquisti online sono cresciuti del 35% rispetto al 2021. Il Reading, essendo una società piccola, vendeva più o meno 10 mila magliette a stagione. «Ma ora sono state preordinate da diverse persone in ogni angolo del mondo» ha chiosato Kilpatrick. 

L’obiettivo nell’obiettivo, ha chiosato Hawkins, è fare in modo che il cambiamento climatico diventi un argomento di conversazione standard fra i tifosi. Come l’errore del centravanti o la papera del portiere. «Sarebbe fantastico se i tifosi discutessero fra loro sui modi per affrontare questo problema»: adoperare con maggiore frequenza la bicicletta, acquistare un’auto elettrica, mangiare meno carne. In fondo, non ci sono più scuse per non agire. È tempo di rimboccarsi le maniche, nella speranza che un domani le strisce sulla maglietta del Reading siano meno inquietanti.

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