Abbiamo fatto un sogno: Shakespeare tra maxi-vele e spruzzi d'acqua

Idee ce ne sono arrivate. Eccome. Sia per l’arredo urbano di piazza del Sole sia per la riqualifica della parte alta del viale Stazione. Segno che i due temi (ai quali negli scorsi giorni abbiamo dedicato servizi e post sui social), a Bellinzona ma non solo, sono molto sentiti. Sanno solleticare i nostri lettori al di là dei sogni di una notte di mezza estate. Shakespeare, da lassù, ci scuserà se lo tiriamo in ballo per una quisquilia in salsa capitolina. Nella Londra di fine 1500 il Bardo avrà visto ben altro. Tant’è che, come diceva spesso, «quando ambiamo al meglio spesso roviniamo ciò che è bene». Ma si sa, noi turriti siamo un po’ polemici per natura. Il Municipio ne è consapevole, seppur abbia tenuto a ribadire che l’obiettivo del progetto «SoStare al Sole» per l’agorà era ed è quello di dar vita ad un luogo di aggregazione in cui fermarsi a socializzare. E non fare ombra.
Acero, tiglio e ginkgo biloba
«Considerata la bellezza del contesto e il potenziale del luogo, credo si sarebbe potuto optare per un approccio più sostenibile e armonioso, anche in linea con l’identità culturale e paesaggistica della città», rileva Ornella Marchetti, architetto d’interni con bachelor all’Accademia Architectur d’intérieure di Parigi, tra le realtà più prestigiose nel panorama europeo del design. Invece degli elementi in plastica rossa avrebbe utilizzato materiali naturali quali «pietra locale, legno certificato o tessuti riciclati come il poliestere rigenerato». Per il verde urbano, ci spiega, si sarebbe potuto optare per specie arboree come acero riccio, betulla verrucosa, ginkgo biloba, tiglio o frassino, «che oltre a fornire ombra contribuiscono all’assorbimento degli inquinanti». Poi spazio a pensiline verdi, aree relax, sedute ergonomiche «anche pensate per mamme in fase di allattamento o persone con mobilità ridotta».

Quando si votò nel 1997
Facciamo ora un salto indietro di ben 28 anni. Nel 1997 l’Esecutivo sottoponeva al Legislativo della capitale il messaggio con la richiesta di credito per la realizzazione di piazza del Sole da parte dell’architetto Livio Vacchini. Si prevede(va) un «uso polivalente» dell’agorà, destinata a diventare il «centro di attività ricreative e culturali di interesse generale e di vaste proporzioni». Un’occasione «unica per trasformare e qualificare lo spazio pubblico». E, ancora, un luogo dell’espressione «dove si va non per meditare, ma per ascoltare, esibirsi, esprimersi». Quasi come ai tempi della polis greca, insomma. «Ora che il Municipio ha deciso di ‘decorarla’ tutti si svegliano, Verdi compresi, per dire la loro sui costi-benefici. Sarebbe stato bello sentire il parere del ragionier Fantozzi...», osserva con ironia Roberto. Per Claudia è «un costo inutile (circa 100 mila franchi; n.d.r.) per un’opera inutile». Sia nel 2008 (PLR) sia nel 2019 (Alessandro Lucchini, Unità di sinistra) era stato proposto un concorso di idee per riqualificare lo spazio ai piedi del Castelgrande. Il Municipio dapprima aveva risposto picche («modificare l’arredo urbano significherebbe mettere in discussione l’impostazione concettuale e confrontarsi anche con questioni di copyright»), per poi tornare sui propri passi nel maggio 2020 (aprendo ad altre installazioni artistiche dopo il successo della «Nuvola piovasca») ed infine accantonare di nuovo l’idea meno di un anno dopo di fronte alle ristrettezze economiche della Città. Per il futuro pare proprio che si voglia puntare sull’arte. Magari, come ci suggerisce Ovidio, posando delle maxi-vele colorate come quelle al Museo Berardo di Lisbona proposte pure per il LAC di Lugano. O, aggiungiamo noi, degli ombrelli «volanti» come quelli che troviamo in diverse altre città.

«Serve la stessa identità»
Non ci siamo dimenticati della parte alta del viale Stazione. Anche in questo caso la proposta del granconsigliere Giovanni Albertini divide. «Dal punto di vista urbanistico non si sposa con quanto già fatto nella parte bassa, sistemazione che ritengo semplice, elegante e funzionale», puntualizza Rodrigo, il quale peraltro apprezza gli sforzi fatti per piazza del Sole («mi piace che sia dinamica e che cambi»). Per Nadia, invece, il concetto elaborato dal deputato è «molto accattivante. Sempre che poi lascino davvero aprire dei bar» al posto dei marciapiedi. Effettivamente questo è un aspetto da tenere in considerazione: quasi tutti gli immobili che si affacciano sul boulevard sono privati. Secondo Erica, in tutti i progetti, va coinvolta la popolazione, «un’occasione per rendere partecipi ed invogliare maggiormente a frequentare il centro che si è contribuito a plasmare. Più spazi verdi e nebulizzatori».