Bellinzona

E se sul viale Stazione ci fossero dei lampioni a forma di papavero?

L’arredo urbano provvisorio di piazza del Sole a Bellinzona divide i nostri lettori, mentre il granconsigliere Giovanni Albertini propone un concetto per la riqualifica del boulevard - Cosa ne pensate? Fatecelo sapere scrivendo a [email protected]
© Rendering Giovanni Albertini
Alan Del Don
16.07.2025 06:00

«Un boulevard contemporaneo e iconico, completamente pedonalizzato al centro e immerso in un contesto armonioso tra architettura storica e design urbano innovativo». Ha le idee chiare Giovanni Albertini, granconsigliere di Avanti con Ticino & Lavoro. Dopo il nostro articolo di ieri sulla volontà del Municipio di Bellinzona di procedere nei prossimi 5-10 anni al restyling della parte alta di viale Stazione ci ha scritto illustrando la sua idea per la spina dorsale della capitale.

Un progetto che osa, certo, ma nel rispetto della storia e del contesto. Altri messaggi, che invitano l’Esecutivo ad essere più lungimirante, hanno riempito la nostra casella di posta elettronica riguardo, stavolta, l’arredo urbano temporaneo di piazza del Sole. Diciamolo subito: i nostri lettori si sono divisi a proposito di quanto pensato dai Servizi urbani. C’è a chi piace, mentre la maggioranza ha mostrato il pollice verso.

Panchine in legno e fontane

Dell’eventualità di dare un nuovo volto al viale Stazione si parla dal 2011. Gli interventi hanno riguardato, finora, solo la parte bassa. Ed il risultato è lodevole, a detta di tutti. Allora è stato inevitabile porsi la domanda: quando verrà sottoposta a restyling la parte medio-alta? Nel 2023 il Legislativo ha bocciato per due soli voti la riqualifica che prevedeva il taglio di un centinaio fra tigli ed ippocastani. Quindi tutto si è arenato. L’Esecutivo è intenzionato a sottoporre ad un lifting il boulevard: manca però il progetto. Da un lato per dar seguito alle richieste dei commercianti e, dall’altro, in visto del quartiere che dopo il 2030 sorgerà al posto delle Officine FFS. Sei i punti nei quali si articola il progetto di Giovanni Albertini. Innanzitutto un «asse centrale ampio e libero, dedicato a pedoni e ciclisti, con segnaletica chiara e continuità visiva verso la stazione e il centro storico».

Ombra e luce scenografica

Secondariamente il deputato propone dei lampioni a forma di papavero color rosso «disposti ordinatamente ai lati del viale, con design ispirato alla natura: ogni lampione curva dolcemente sopra il marciapiede, fornendo ombra e luce scenografica». A proposito di innovazione, ecco un padiglione interattivo di dimensioni ridotte «con esperienze immersive legate alla città, alla storia del carnevale Rabadan e al patrimonio» di cui è ricca la Turrita.

Impreziosiscono, infine, l’idea del granconsigliere luganese una fontana, un arredo urbano «ordinato con panchine in legno e fioriere geometriche, circondate da alberature esistenti, mantenute e valorizzate» e ai lati «caffè e ristoranti con dehors curati che si affacciano sulla passeggiata, stimolando la socialità e l’economia locale». Una proposta accattivante che consente di aprire il dibattito. Se avete dei suggerimenti scrivete a: [email protected].

«Basta con il cemento»

Non fa fare salti di gioia l’arredo provvisorio da circa 100 mila franchi posato in piazza del Sole e contraddistinto da mini-alberi che non fanno ombra e da una trentina di elementi modulari rossi in plastica riciclata sui quali ci si può sedere. Poi, dall’8 agosto al 15 settembre, l’agorà si arricchirà di giochi d’acqua. «Finalmente qualcosa si è fatto, ma credo che non sia sufficiente per abbassare la temperature estive. Bisogna potenziare la zona verde con piante che creano ombra e delle panchine per sedersi appoggiando la schiena. Come fare per i concerti e le manifestazioni? Facciamoli al Parco urbano che c’è tutto lo spazio a disposizione», rileva Maria Elena.

Fa troppo caldo

Sulla stessa lunghezza d’onda troviamo Adriana, la quale si dice «perplessa» per l’ammontare dell’investimento: «A beneficio di chi? E l’anno prossimo un altro progetto provvisorio coi costi raddoppiati di certo e così via...». Un interrogativo che si pone pure Simonetta: «A cosa servono quelle piantine? Si cuoce sotto il sole». Non cambia il tenore del messaggio di Riccardo, che sottolinea che «la nuova piazza è una fornace a cielo aperto (come un po’ tutte le aree che vengono create da anni a questa parte). Capisco il costo di gestione del verde, ma inutile lamentarsi poi delle isole di calore o che la piazza non venga vissuta».

Secondo Angelo l’agorà «rimarrà priva di vita finché non ci saranno esercizi pubblici che si affacciano sulla stessa in modo permanente». Ironica Simona che esclama «evviva la plastica. Se possibile incandescente… Idea buona quella dell’arredo, tuttavia avrei optato per materiali più sostenibili invece di semplici alberelli ornamentali sparpagliati qua e là e che non adempiono allo scopo. Comunque meglio di niente».

L'esempio francese

Zarina vedrebbe bene, per contro, «un’alberatura fissa, come in Francia, dove nelle piazze dei villaggi trionfano ippocastani e platani di grandi dimensioni, che danno colore e frescura. Abbiamo bisogno di verde, non di spianate di pietra e cemento». Mariella, dal canto, rimpiange la «Nuvola piovasca» di Nicola Colombo del 2019 «che portava refrigerio», mentre a Manuela, Loredana, Bruna e Maria Vincenza l’idea della Città piace.

L'erba artificiale

Stando ad Elio bisognava «attenuare il calore posando un tappeto con erba artificiale» e con piante più grandi. Per il granconsigliere Giovanni Albertini, infine, occorre «pensare a qualcosa di innovativo e funzionale alle esigenze della popolazione e del turismo. L’intervento proposto è davvero sterile e privo di coraggio». Il deputato ci ha inviato due rendering (vedi sotto): il primo prevede una fontana, il secondo degli spruzzi d’acqua rinfrescanti.

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