Aggregazioni, la capitale fa il tifo per Locarno

L’aggregazione? Più facile a dirsi che a farsi. Lo sanno benissimo i due poli del Sopraceneri. Se Bellinzona è entrata nell’ottavo anno del matrimonio a tredici, a Locarno la corrente legislatura è quella che dovrebbe gettare le basi in vista - finalmente - delle agognate nozze. Dopo un normale periodo di assestamento reso ancor più difficile dalla nota vicenda dei sorpassi di spesa in tre opere pubbliche, oggi nella capitale la «macchina» è oramai rodata, anche se i cantieri (che proseguono a rilento, soprattutto i progetti strategici) e qualche nube all’orizzonte a livello finanziario non mancano. Abbiamo fatto il punto con il sindaco Mario Branda, in carica dal 2012. Da prima, cioè, che la Turrita diventasse un polo che corre verso i 50.000 abitanti e che attira persone provenienti perlopiù dal Luganese.
Quella spinta decisiva
«L’aggregazione che ha portato alla nascita di un nuovo Comune di 46 mila abitanti ha rappresentato un momento fondamentale per il futuro della nostra Città. Insieme, mi permetto di aggiungere, con l’arrivo a sud di AlpTransit con le nuove gallerie ferroviarie del San Gottardo e del Monte Ceneri - spiega il sindaco Mario Branda -. Facendo sempre le debite proporzioni - Bellinzona non è Zurigo, né Lucerna e neppure Lugano - sono cambiate le prospettive di sviluppo. Abbiamo potuto elaborare e dar inizio ad alcuni progetti che noi definiamo strategici nel senso che, una volta realizzati, potranno contribuire a imprimere una nuova dinamica alla città». Il famoso sviluppo socioeconomico, per intenderci. La Turrita del 2040 ed oltre, per farla breve. Che dovrebbe attirare ulteriori residenti e nuovi posti di lavoro. Continua il nostro interlocutore: «D’altra parte già oggi constatiamo un certo fermento economico ma anche l’arrivo di nuove persone, sicuramente stimolate dal vantaggioso rapporto costi-qualità di vita come pure dalla facilità di collegarsi ai poli urbani del Nord delle Alpi, a Lugano e anche all’Italia. Accanto allo sviluppo del polo di ricerca biomedico e al progetto della Fortezza, sono in atto alcuni importanti processi di riconversione - al momento ancora sul piano normativo - di aree industriali, destinate ad ospitare impianti ed infrastrutture economiche, residenziali ma anche culturali, all’interno di una strategia che non sarebbe stata immaginabile senza aggregazione. Lo stesso tema delle Officine FFS non avrebbe potuto essere affrontato - e oggi mi vien da dire risolto - nei termini di cui parliamo ora. La nuova Città ha contribuito non solo dal punto di vista finanziario, ma anche sul piano politico e pianificatorio, garantendo una parte rilevante delle compensazioni agricole necessarie».
Il gettito fiscale sorride
Dicevamo delle prospettive. In questo senso Mario Branda precisa che un aspetto importante ancora da migliorare è quello riguardante le finanze: «Constatiamo un aumento graduale del gettito fiscale, tuttavia le riforme fiscali dell’ultimo periodo, combinate con le misure di risparmio adottate dal Cantone, ci hanno creato delle difficoltà a fronte di un moltiplicatore d’imposta che da noi è sempre risultato superiore al 90% (è pari al 93%; n.d.r.). Inoltre un’altra sfida impegnativa è stata, ed in parte ancora lo è, quella di assicurare servizi di qualità uniformi nei diversi quartieri; penso al trasporto pubblico (decisamente anche grazie all’aggregazione), ai servizi extrascolastici, alle mense, al sostegno sociale, così come alla pulizia e alla manutenzione delle strade, ai collegamenti in fibra ottica, alla gestione dei rifiuti, eccetera. Si è sulla buona strada, ma dei miglioramenti sono ancora necessari (asili nido, verde urbano, mobilità lenta, spazi di incontro e cultura)».
Sviluppo socioeconomico
Lo sguardo della Turrita sulle aggregazioni, sul Ticino a cento Comuni, è in ogni modo molto positivo. Per il sindaco di Bellinzona le fusioni rappresentano uno «strumento fondamentale per costruire poli in grado oggi di governare il territorio e promuovere lo sviluppo economico e sociale. Ritenuto, tuttavia, che il Cantone sia disposto a concedere materialmente quei margini di autonomia declamati nei principi, ma sempre più messi a repentaglio da costrizioni normative (Uffici di controllo e vigilanza, ispettorati, ecc.) nonché da misure di risparmio ‘ribaltate’, in parte non marginali, proprio sui Comuni».
Chi è della partita e chi no
Qualcosa, finalmente, si sta muovendo anche nell’altro polo sopracenerino, Locarno. «L’avvio del pre-studio sulle aggregazioni non era scontato: da ciò che emergerà si dovrà decidere se e come proseguire», ci aveva spiegato lo scorso 28 marzo il sindaco Nicola Pini. Si era partiti da due possibili scenari che coinvolgevano potenzialmente nove Comuni del distretto. Il primo, definito «Urbano», riguardava Losone, Locarno, Orselina, Brione sopra Minusio e Minusio. Il secondo, «Piano», includeva per contro Gordola, Lavertezzo, Cugnasco-Gerra e Tenero-Contra. Alla fine, oltre alla Città, hanno deciso di approfondire l’eventuale unione Losone, Brione sopra Minusio, Orselina, Minusio e Tenero-Contra. Hanno invece mostrato il pollice verso allo scenario «Piano» Gordola, Cugnasco-Gerra, Gambarogno, Cadenazzo (interpellato, pur essendo un «cugino» bellinzonese) e Lavertezzo. Il Cantone «rispetta entrambe le scelte, riconoscendo l’autonomia di ciascun Municipio nella gestione delle proprie dinamiche amministrative e politiche».
Mentre rimane ancora da capire cosa ne sarà del fidanzamento lampo fra Locarno e Lavertezzo, che rimarranno promessi sposi dopo l’entrata in carica un anno fa del nuovo Esecutivo in quest’ultimo Comune che ha cambiato le carte in tavola e, di fatto, rimesso in discussione l’istanza ufficiale. Lavertezzo, oltretutto, ora si è «innamorato» di Gordola, tanto che è già stato istituito un gruppo di lavoro. Ed Ascona e Muralto? Stanno serenamente alla finestra. In ogni modo questa legislatura consentirà di gettare le fondamenta di una casa che, si spera, possa essere costruita nel 2030. Quando anche in riva al Verbano ci si potrà forse far cullare dalle onde aggregative.
Abitanti in crescita
Sono scenari, beninteso, quelli dell’Ufficio cantonale di statistica appena svelati. Eppure, con orizzonte il 2040, secondo quello medio nel distretto di Bellinzona si avrà la crescita demografica più marcata del Ticino. Ben 4.503 abitanti in più, ciò che consentirà dunque di superare la simbolica quota dei 50.000 residenti. Nel distretto di Locarno dovrebbero trovar casa 1.471 nuovi cittadini. Lo scenario alto, quello più ottimistico, parla di una crescita marcata sia a Bellinzona (7.327 abitanti) sia nel distretto di Locarno (4.743 residenti).