Finanze

Altro deficit, ma la piscina perde (un po') meno acqua

Bellinzona, anche per il 2026 si prevede un disavanzo: -9,2 milioni circa con moltiplicatore stabile (per ora) al 93% - Per l'anno in corso la stima era ben peggiore - Continua il riversamento di oneri da parte del Cantone: stavolta pesa per 2,5 milioni - E in prospettiva? Rimboccarsi le maniche e nessuna misura draconiana - Si rinuncia tuttavia alla gestione degli uffici postali e ad una zona dell'Istituto scolastico
Il sindaco Mario Branda. © CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
30.10.2025 10:45

Qualcuno suggerisca allo storico e saggista francese Michel Pastoureau di aggiungere un’appendice alla storia dei colori alla quale ha dedicato ben sette volumi. Deve chinarsi su Bellinzona, che probabilmente già conosce per via della Fortezza vista la cattedra in simbologia medievale. Dal 2021 i preventivi turriti sono tinti di rosso. Varie tonalità, beninteso. Rosso acceso, poi timido, in seguito nuova fiammata ed infine sfumature «vangoghiane» superando il tetto dei 13 milioni di franchi di deficit stimato per l’anno in corso. E per il prossimo? Nel 2026 non si cambia. Anche se - ed è un parzialissimo sospiro di sollievo - si torna ai livelli di 24 mesi or sono: -9,2 milioni circa, con moltiplicatore stabile (per ora) al 93%, sia per le persone fisiche sia per quelle giuridiche. Ma che aumenterà quando entreranno in vigore le iniziative sulle casse malati approvate dai ticinesi in votazione il 28 settembre scorso. E in merito al preconsuntivo 2025 si dovrebbe passare da un disavanzo prospettato di 13,4 milioni a 9 milioni. Il Municipio sta sviscerando cifre e considerazioni alla stampa in questo momento. Per tutti i dettagli vi rimandiamo agli articoli che usciranno in giornata online e all'edizione cartacea di domani.

Dipende dal vento

La capitale sta meglio? Sì. No. Forse. Chissà. Sta come d’autunno sugli alberi le foglie, ci verrebbe in soccorso Giuseppe Ungaretti. Se soffia lo scirocco - accipicchia - c’è poco da stare allegri. Se la brezza è leggera sulla scala Beaufort, per contro, si può riuscire, ma a fatica, a mantenere l’equilibrio. Il fatto è che per i Comuni non è buon vento, quello post-COVID. Citofonare al Cantone per i dettagli. Il riversamento di oneri pesa, eccome, sulle casse della capitale. Ancora. E ancora. Nel 2026 per 2,5 milioni. L’anno scorso il sindaco Mario Branda aveva utilizzato una metafora calzante: «Se si continua a pescare l’acqua nella piscina vicina prima o poi finirà del tutto». Per fortuna che la Turrita ha il fiume (che vuole rilanciare, anche quello). Questa volta, invece, ha fatto riferimento al film «Ombre rosse»: la diligenza dei Comuni che viene «alleggerita» dal Cantone.

Preoccupati no, decisi sì

Scherziamo. Più che ridere qui c’è però da piangere. O, meglio, bisogna rimboccarsi le maniche. E studiare delle strategie per assicurare lo sviluppo socioeconomico con orizzonte il 2040. Alcune ricette, le principali, ve le abbiamo illustrate oggi, con l’intervista al capodicastero Finanze, economia e sport Fabio Käppeli e alla direttrice del Servizio sviluppo economico Francesca Boggio Mesnil, in carica da otto mesi.

Siamo già andati oltre, insomma, guardando alle prospettive di crescita della capitale. Perché «preoccuparsi è dannoso come aver paura. Serve solo a far le cose più difficili», sosteneva Hemingway. In prospettiva occorrerà proseguire con la revisione della spesa. Ogni centesimo conta. Anche se l'Esecutivo non intende adottare misure draconiane nel rispetto della popolazione. Preoccupano, quello sì, le conseguenze del voto del 28 settembre scorso sulle iniziative sulle casse malati. Per la Città meno entrate di almeno 5-6 milioni di franchi. E la stima è prudenziale.

Gettito su, personale sotto la lente

Ma bando alle ciance. E facciamo retromarcia. Veniamo ai conti, suvvia. L'evoluzione positiva rispetto al 2025 è da ascrivere in particolare alla crescita del gettito fiscale complessivamente di 3,1 milioni (leggasi aumento costante della popolazione e quindi degli introiti derivanti dalle persone fisiche). Limitati gli adeguamenti del personale: rinuncia alle sostituzioni o, in alcuni casi, si diminuiranno i collaboratori. Niente adeguamento, inoltre, degli stipendi (0,2%), a meno che il Cantone torni sui propri passi e cambi idea.

Fortezza, messaggio settimana prossima

Ridotte da sei a cinque le zone dell'Istituto scolastico (senza cambiamenti a livello organizzativo per Corpo docenti e genitori), rinuncia agli uffici elettorali e alla gestione degli uffici postali (Claro e Camorino, per il quale sono ancora in corso le valutazioni), concentrazione dell'attività degli sportelli multifunzionali e verifica dell'efficienza dei processi in seno all'Amministrazione. L'atteso messaggio sulla valorizzazione della Fortezza verrà licenziato settimana prossima.

Sede IOR: 10 milioni dalla Città

E gli investimenti netti? Il tetto è sempre lo stesso dall'aggregazione. Vale a dire 25 milioni. Ci si concentrerà soprattutto sulla manutenzione degli immobili comunali, edifici scolastici in primis (Sementina e Palasio a Giubiasco) nonché sugli impianti sportivi e sulla riqualifica dell'ex oratorio di Giubiasco che si è sbloccata dopo anni di stallo a causa dei ricorsi. Per la nuova sede dell'Istituto oncologico di ricerca - per la quale si prevede un investimento di una settantina di milioni e che sorgerà in via Chiesa accanto all'Istituto di ricerca in biomedicina - la Città è pronta a fare la sua parte con un contributo di 10 milioni. Rispetto al preventivo 2025 aumentano sia le spese (+3,6 milioni) sia i ricavi (+4,8 milioni).

Tra camicie e pellegrinaggi

La speranza è che a consuntivo tutto (o quasi) possa ribaltarsi. Dal rosso al nero, come avvenuto tra il 2021 ed il 2023. O perlomeno sbiadirsi un po’, come capitato nel 2024. L’ultimo dato disponibile è quello, e visti i tempi che corrono è da leggere con il sorriso: allora si preconizzava un disavanzo di 9,4 milioni e poi i conti sono migliorati di 7,5 milioni.

Lo stesso scenario dovrebbe riprodursi pure per l’anno in corso, secondo il preconsuntivo partorito a Palazzo Civico dopo aver sudato una camicia a testa (per municipale) ed essere andati in pellegrinaggio a Scarpapè invocando l’apparizione della Madonna come facevano i turisti da ogni dove a fine anni Ottanta. E quindi sì, caro Michel Pastoureau, Bellinzona si merita proprio un capitolo nell’infinita storia dei colori. Che fa rima con dolori, guarda tu quanto è beffarda la vita.

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