L'orgoglio di Pablo Bentancur e una città in ansia

Adesso si fa dura. Lo si era intuito che sarebbe stata la partita più ostica dell’anno, quella fuori dal campo, dopo una stagione peraltro già tribolatissima per l’Associazione calcio Bellinzona (ACB). Entro il termine perentorio fissato oggi a mezzogiorno non è stata depositata la garanzia bancaria «incondizionata e irrevocabile» da 500.000 franchi espressamente chiesta dalla Commissione di ricorso della Swiss Football League (SFL), come abbiamo anticipato poco dopo le 12. I vertici granata hanno trasmesso altri documenti, compresi, come vedremo più avanti, tre lettere. La prima del Sion che conferma l’acquisto di due giocatori per 650.000 franchi, la seconda di una società svizzera interessata a rilevare il club granata e a mettere sul tavolo una garanzia di 1,5 milioni e, la terza, di un gruppo dell’Arabia Saudita che vorrebbe anch’esso rilevare il sodalizio della capitale. E, ancora, la convenzione sottoscritta cinque giorni fa con l’ente autonomo Bellinzona Sport per l’affitto dello stadio Comunale (con relativo versamento di 50.000 franchi per l’intera, prossima, stagione) e i rapporti finanziari che accertano che i conti sono sani.
Cosa sta succedendo?
Nonostante la salvezza ottenuta sul campo, la licenza per il campionato 2025-2026 di Challenge League è appesa ad un filo. Fra poco i vertici della società turrita incontreranno a Lugano, come da loro esplicita richiesta, l’Autorità di ricorso per le licenze per un’udienza di discussione. Quest’ultima allestirà poi un breve rapporto all’indirizzo della Commissione delle licenze che deciderà entro dopodomani, mercoledì, se permettere o meno ai granata di continuare a giostrare nella seconda serie del calcio elvetico. Il presidente Brenno Martignoni Polti in primis illustrerà ai tre avvocati la documentazione trasmessa poche ore prima. «È la prova che il club adempie tutte le condizioni per il rilascio della licenza», taglia corto il numero uno. Sul perché, tuttavia, non sia stata fatta pervenire la garanzia bancaria da mezzo milione ci siamo rivolti direttamente al patron Pablo Bentancur, l’unico che obiettivamente poteva metterla visto che nel sodalizio ha finora investito circa 9 milioni. «La risposta è semplice: c’è già la garanzia di un milione e poi ci sono tutti i documenti che sono stati presentati, di cui la SFL deve tenere conto», puntualizza, rincarando la dose rispetto a quanto ci aveva detto nell’intervista di sabato.
Quel gruppo dall'Arabia Saudita
Vediamole, allora, queste carte. La prima missiva, datata sabato scorso, è firmata dal presidente del Sion Christian Constantin. Il quale conferma di aver acquistato dall’ACB l’attaccante Rilind Nivokazi ed il centrocampista Islem Chouik (gli acquisti saranno effettivi da luglio) per una somma complessiva di 650.000 franchi. Importo che la società vallesana verserà nelle casse del club della Turrita la prossima stagione e che la SFL, già negli scorsi giorni, aveva però ritenuto non potesse comunque sostituire il mezzo milione richiesto. La seconda e la terza sono due lettere d’intenti, inviate via e-mail nel weekend, di altrettanti interessati ad acquistare la società bellinzonese. Si tratta di un gruppo con sede a Zurigo e di un altro dell’Arabia Saudita. Il primo sostiene di essere pronto a mettere una garanzia di 1,5 milioni di franchi. E in seguito, dopo l’ottenimento della licenza per la Challenge League, farà un’altra offerta alla famiglia Bentancur per l’acquisizione dell’ACB dato che la prima è stata rifiutata a metà marzo in quanto ritenuta insufficiente. Il secondo, per contro, si è dato tempo tre mesi per trovare un accordo con il patron granata e con il figlio Pablito (amministratore unico della ACB 1904 SA) per rilevare il 100% delle azioni.
Lo sfogo del manager
«Sono stufo. A questo punto preferisco lasciare tutto. Si sta riproponendo quanto successo due anni fa, quando la Commissione delle licenze aveva messo in dubbio il mio ruolo. Se ci negano la licenza ritiro la squadra e stiamo fermi uno o due anni fino a quando sarà chiusa la causa che sto valutando di intentare contro la SFL. Forse il ricorso che abbiamo vinto di fronte al Tribunale arbitrale dello sport, che ci ha ridato tre punti, ha dato fastidio a qualcuno. O magari c’è dell’altro, basta dare un’occhiata a chi sta sotto di noi in classifica...». Il manager peruviano è più convinto che mai e ribadisce quanto ci aveva spiegato. Documenti alla mano è convinto di avere ragione. E mal digerisce di conseguenza l’improvvisa, nuova, richiesta dei piani alti del pallone rossocrociato. In prima istanza, come noto, la licenza per la Challenge League che si aprirà fra poco più di due mesi non è stata concessa per motivi infrastrutturali e finanziari. I primi sono stati risolti, visto che la squadra giocherà al Comunale; per i secondi è tutto nelle mani della Commissione di ricorso. Un mese fa quella delle licenze aveva parlato di «incertezze per quanto riguarda certe posizioni sia attive che passive» a bilancio. La Turrita è in ansia. Il Municipio, per ora, preferisce non esprimersi. Si spera in un altro miracolo (calcistico).