Il punto

Da Infantino all'ottimismo di Lutnick: dazi, sarà intesa con gli USA?

Il segretario al Commercio statunitense, fino poco tempo fa tutto fuorché ottimista, ha mostrato una certa apertura: «Probabilmente concluderemo un accordo con la Svizzera»
©Seth Wenig
Red. Online
12.09.2025 14:00

«Non sono ottimista». Howard Lutnick, il segretario americano al Commercio, più o meno una settimana fa lasciava intendere che un'intesa fra Stati Uniti e Svizzera, sul difficile e scivoloso tema dei dazi, non sarebbe stata possibile o, meglio, difficilmente sarebbe stata trovata. Lutnick, in concomitanza praticamente con la visita lampo del consigliere federale Guy Parmelin a Washington, si era spinto oltre: «Agli svizzeri piace ripetere che sono una piccola Nazione di soli 9 milioni di abitanti, una piccola ma ricca Nazione. E come sono diventati così ricchi? Ci vendono farmaci come se non ci fosse un domani. Sono ricchi perché traggono profitto dagli Stati Uniti». E ancora: «Che cosa può offrire un Paese da 9 milioni di abitanti agli esportatori americani? Abbiamo bisogno di equità, di un equilibrio commerciale, e questa è una cosa difficile da trovare».

Lutnick, oggi, è tornato a esprimersi sul nostro Paese. Usando, certamente, toni più morbidi e – verrebbe da dire – concilianti. Il segretario al Commercio ha rilasciato alcune brevi, ma incoraggianti, dichiarazioni all'emittente televisiva CNBC. Nel riferire dei Paesi che, presto, potrebbero trovare un accordo con Washington, infatti, Lutnick ha incluso la Svizzera al pari di India, Corea del Sud e Taiwan. «Probabilmente concluderemo un accordo con la Svizzera» ha detto il braccio destro di Trump. «I nostri negoziati troveranno la loro strada nel tempo».

È lecito supporre che l'ultima offerta di Parmelin, presentata la scorsa settimana a Washington, sia stata accolta meglio, decisamente meglio rispetto alla prima, al di là delle polemiche sul ruolo della presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter sull'esito dei negoziati, con quel 39% che sa di condanna se non addirittura vendetta. Ricordate la famigerata telefonata tra Karin Keller-Sutter e Trump? Ecco. Il 29 agosto, a proposito della nuova offerta, scrivevamo: «L’accordo negoziale che la Svizzera starebbe discutendo con gli Stati Uniti prevede una riduzione progressiva dei dazi, pari a 5 punti percentuali ogni tre mesi, a condizione che il nostro Paese rispetti una serie di impegni concordati». Berna al riguardo, non aveva fornito dettagli ufficiali, limitandosi a dichiarare che «continuerà a impegnarsi per migliorare la situazione doganale». Da noi contattato, il direttore di AITI Stefano Modenini ci aveva spiegato: «È uno scenario di cui si parla perché appare poco plausibile che il presidente USA voglia ridurre in un colpo solo i dazi sui prodotti svizzeri. Inoltre, in sospeso c’è ancora il tema del prezzo dei farmaci che gli americani vogliono vedere ridursi».  

In Svizzera, di sicuro, continuano gli sforzi per raggiungere un accordo. Questa settimana, riferisce il Blick, riprendendo un'indiscrezione di SRF, Gianni Infantino è stato avvistato nell'ufficio del «ministro» dell'Economia. Da tempo, non a caso, si parla del presidente della FIFA, di certo piuttosto vicino a Donald Trump, potrebbe venire «schierato» dalla Confederazione per arrivare a un'intesa.