Ticino

Al via i colloqui sulle iniziative, tra stoccate al Governo e aperture

Domani pomeriggio iniziano le discussioni per la messa in vigore delle proposte sulle casse malati votate dal popolo - Boris Bignasca (Lega) critica l’Esecutivo: «Si rispetti la volontà popolare» - Il PS apre al compromesso - Ivo Durisch: «Implementazione parziale il primo anno, ma dal 2027 sia attuata»
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
07.10.2025 16:13

Prenderanno al via domani pomeriggio i colloqui tra il Consiglio di Stato e gli iniziativisti in merito alla futura applicazione delle due proposte sui premi di cassa malati approvate il 28 settembre dal popolo. Il Governo incontrerà i vincenti della votazione in due momenti separati: alle 13.30 è prevista la riunione con i leghisti, un’ora dopo l’incontro con i socialisti.

Ora, ovviamente nessuno si attende annunci reboanti o scossoni. Si tratterà, molto probabilmente, di due incontri esplorativi, per capire in che direzione vogliono andare gli iniziativisti. E, soprattutto, per capire se ci sarà disponibilità al compromesso per trovare la famosa «quadratura del cerchio». Come noto, infatti, trovare i soldi per finanziare entrambe le iniziative (che al Cantone si stima potrebbero costare circa 350 milioni di franchi tra maggiori uscite e minori entrate) non sarà affatto semplice. Anche perché il contesto finanziario è di per sé già fragile.

Tra brioche e caffé

Ad ogni modo, dopo la riunione della Commissione gestione e finanze, questa mattina i diretti interessati hanno espresso ai media alcune considerazioni in merito al Preventivo 2026 e in vista dei colloqui di domani con il Governo. E non sono mancate le stoccate. A cominciare dal capogruppo della Lega, Boris Bignasca: «La discussione sul preventivo è ancora in una fase preliminare. Anche perché è un documento di centinaia di pagine e occorre ancora analizzare molti aspetti. Da una prima analisi, però, possiamo già dire che ci sono nuove tasse per 50 milioni. E questo è inaccettabile». La principale frecciata all’Esecutivo, però, Bignasca la lancia proprio in merito all’iniziativa popolare leghista. «La nostra iniziativa non viene messa in vigore (ndr. nel Preventivo 2026), come votato dal popolo. Il Consiglio di Stato pensa che con un incontro, un caffé e una briochina, si possa rimettere il dentifricio dentro il tubetto. Ma io penso che sia tardi. Che si debba applicare la volontà popolare il prima possibile, non mettere nuove tasse e risparmiare». I soldi in ballo sono tanti, ma per il capogruppo della Lega non bisogna comunque tergiversare. «Il bilancio del Cantone è intorno ai 4,5 miliardi. La nostra iniziativa per le finanze cantonali avrebbe un impatto di massimo 50 milioni, attorno all’1% del budget. È quinti totalmente applicabile, basta volerlo. Noi abbiamo messo in campo alcune proposte, quindi il Governo faccia il piacere di applicare la volontà popolare». Le 40 misure di risparmio presentate dalla Lega, però, sono già state praticamente tutte cassate dal Governo, che nello stesso preventivo ha preso posizione al riguardo. La risposta di Bignasca, su questo fronte, è decisamente piccata: «La volontà politica di risparmiare non c’è in questo Governo. Alla fine ne pagheranno le conseguenze in termini di finanze pubbliche. Si confronteranno poi con il popolo (ndr. alle elezioni 2027) e vedremo se il popolo sarà contento di quello che hanno fatto».

Una concessione

Qualche paletto, ma anche qualche apertura al compromesso, è invece stata espressa dal PS, con il capogruppo Ivo Durisch: «Sicuramente chiederemo l’entrata in vigore subito. Dal 2026. Penso che i cittadini se lo aspettano». Detto ciò, come detto, Durisch apre anche al parziale compromesso: «Quello che possiamo concedere è un’entrata a tappe, nel primo anno, con una misura transitoria. Ma poi dal 2027 penso sia dovuta ai cittadini la completa implementazione dell’iniziativa. E per questo motivo abbiamo proposte sia per le entrate, sia per implementare il modello in via transitoria per il primo anno». Di una cosa, ad ogni modo, il capogruppo socialista è certo: occorrerà intervenire anche sulle entrate. «Ne abbiamo già parlato in campagna elettorale e siamo stati chiari. Siamo convinti che agire sulla sostanza in maniera più incisiva sia importante, poiché è un’imposta troppo competitiva per il Ticino rispetto a quanto possiamo permetterci. E toccherebbe unicamente l’1% della popolazione. Dal punto di vista dell’impatto sulla cittadinanza avrebbe poche conseguenze, ma sarebbe una boccata d’ossigeno importante per le finanze». Finanze che, chiosa Durisch, sono in profondo rosso. «Con un disavanzo stimato attorno ai 700 milioni bisognerà trovare una soluzione. Ma non si può pensare di intervenire solo sulle entrate o solo sulle uscite. Bisogna incontrarsi e discutere seriamente».

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