«Occorre intervenire prima che sia troppo tardi»

La Mesolcina. La Vallemaggia. Immagini di distruzione. Tragedie immani. La natura, questa estate, ha fatto piangere la Svizzera italiana come non mai. Non vi erano stati morti, per fortuna, ma la devastazione del 7 agosto 2021 è ancora nella memoria di molti bellinzonesi. Il maltempo aveva danneggiato la scuola dell’infanzia al Palasio di Giubiasco provocando danni per quasi 4 milioni di franchi. Il cedimento dell’argine del riale Fossato aveva lasciato campo aperto ad acqua, fango e detriti che invasero l’asilo rendendolo inagibile per gli oltre 150 bambini e i loro maestri per un anno.
Le condizioni meteo sempre più estreme (vi ricordate, ahinoi, la fulminea grandinata dello scorso 12 luglio e piazza Indipendenza completamente allagata? O, ancora, i contadini del Piano di Magadino messi in ginocchio dallo stesso terribile evento?) e le precipitazioni che in pochi minuti possono lasciare il segno in modo duro preoccupano le autorità e la politica.
Cosa bisogna fare
Il neoconsigliere comunale de Il Centro Nevio Canepa ha appena inoltrato un’interrogazione all’Esecutivo cittadino attraverso la quale chiede una «possibile analisi sui potenziali danni ambientali e sui rischi per la sicurezza derivanti da situazioni meteorologiche straordinarie» nonché la «conseguente necessaria manutenzione tecnica delle camere di trattenuta e degli argini fluviali». L’esponente dell’ex PPD, attivo professionalmente nella Protezione civile quale istruttore, va dritto al nocciolo della questione. Ovvero vuole sapere dal Municipio se il fiume Ticino e gli affluenti - in territorio di Bellinzona - sono «realmente in uno stato di sicurezza».
La Valle di Sementina
Secondo Canepa - che richiama una precedente risposta del consesso guidato dal sindaco Mario Branda ad un’interrogazione presentata nel 2021 da due colleghi di partito riguardante la valle di Sementina - la manutenzione delle camere di trattenuta e degli argini è «essenziale per garantire la sicurezza ambientale e prevenire disastri naturali: la negligenza in questo ambito potrebbe portare a gravi conseguenze».
I tre interrogativi
Il rappresentante de Il Centro entra poi nello specifico, osservando che argini e camere di trattenuta non tenuti puliti possono «cedere durante periodi di piogge intense, aumentando il rischio di inondazioni che possono causare danni significativi alle infrastrutture, alle abitazioni e alle attività agricole, oltre a mettere in pericolo la popolazione». Dopo questa lunga premessa, è l’ora degli interrogativi. Tre, nello specifico, quelli che il 34.enne sottopone all’attenzione dell’Esecutivo.
Uno: «Sono state fatte delle riflessioni in merito alla situazione attuale circa lo stato di contenimento delle camere di trattenuta e degli argini fluviali nel nostro Comune?». Due: «In un prossimo futuro sono previste delle puntuali ricognizioni per valutare lo stato di manutenzione di queste infrastrutture?». Terza ed ultima domanda: «Sono stati pianificati interventi di bonifica e manutenzione necessari per garantire la sicurezza e la protezione della popolazione?».