Del western è rimasta solo la speranza

Potremmo ribattezzarlo «Il mucchio selvaggio» o «Il buono, il brutto, il cattivo» ma sarebbe poco rispettoso nei confronti delle istituzioni. Ed è anche per questo che ci sembra decisamente esagerato definire i municipali di Bellinzona come «I magnifici sette». In questo caso non vorremmo essere tacciati di non assolvere appieno la nostra missione di cani da guardia del potere.
E allora qual è il film western che meglio rappresenta il Preventivo 2026 della capitale, approvato stasera (44 sì, 7 no e 2 astenuti) dal Legislativo? Il sindaco Mario Branda in sede di presentazione aveva citato «Ombre rosse» di John Ford, paragonando il continuo ribaltamento di oneri da parte del Cantone «all’assalto alla diligenza» inscenato dagli Apache. Secondo noi però il timoniere turrito ricorda più lo sceriffo interpretato da Henry Fonda in «Sfida infernale» che non John Wayne, pronto a duellare in modo pacifico - sia chiaro -, a suon di argomenti, con il Governo come all’O.K. Corral di Tombstone.
Dal crepuscolo al domani
Se la prateria della pellicola era un luogo crepuscolare, altrettanto lo sono i conti per l’anno alle porte che stimano un disavanzo di circa 9,2 milioni di franchi. Sono migliori di quelli del recente passato, certo, ma la tonalità è sempre di un rosso acceso. Dunque del western, ora come ora, è rimasta unicamente la speranza. Perché all’orizzonte si profilano per Bellinzona sfide ed investimenti (a livello infrastrutturale, ma non solo) onerosi. Per non parlare degli inflazionatissimi progetti strategici che a parte la Fortezza non stanno regalando le gioie tanto auspicate e ripetutamente sbandierate.

La ragione della Gestione
Stasera è stato respinto l’emendamento presentato dall’MPS per alzare, da subito, il moltiplicatore delle persone giuridiche dal 93 al 97%, ma fra un anno sarà «inevitabile» l’aumento delle imposte pure per i cittadini (Branda dixit). E ciò in quanto entreranno in vigore gradualmente le iniziative sulle casse malati approvate dal popolo il 28 settembre scorso. Secondo Michele Egloff (Unità di sinistra), relatore del rapporto di maggioranza della Gestione, «bisogna continuare ad operare con parsimonia, migliorando l’efficacia e l’efficienza dell’amministrazione comunale e, nel contempo, prodigandosi nell’incrementare il gettito fiscale, senza toccare però al momento il moltiplicatore. Vanno insomma costruite soluzioni e non solamente ridotti i costi, senza dimenticare le fasce più deboli della popolazione».
Il sostegno diffuso
Per il capogruppo PLR Andrea Cereda «non dobbiamo cedere a letture catastrofiche. Vi sono segnali positivi che non possono essere ignorati. Sì, non siamo ancora arrivati al traguardo, ma la strada imboccata è quella giusta. È necessario un vero Piano delle opere: non si può pianificare anno per anno, serve una visione chiara e condivisa. Pure il PLR è contrario ad aumentare il moltiplicatore».
Gli ha fatto eco l’omologa dell’Unità di sinistra Lisa Boscolo, stando alla quale «il Municipio ha scelto la via dello sviluppo della Città. Non è tutto perfetto, ci mancherebbe. Negli ultimi anni ci si è focalizzati sul contenimento della spesa. Il Comune si sta avvicinando ad una conduzione aziendale più che pubblica. L’esempio più lampante è quello della gestione del personale: l’assenteismo non è quel problema che si cerca di far passare…».
Pietro Ghisletta (Il Centro) ha osservato che «se il disavanzo si è ridotto è frutto di una gestione attenta e di ottimizzazioni e riorganizzazioni, come quella delle zone scolastiche. Occorre continuare così, utilizzando meglio le risorse a disposizione, razionalizzando. Serve inoltre una strategia di marketing proattiva per attirare nuovi cittadini ed insediamenti».
C'è (anche) chi dice no
Di tutt’altro tenore gli interventi dell’opposizione. Per Lorenza Röhrenbach (Verdi-FA-Indipendenti) «si tratta di un documento scollegato dalla realtà. Manca una visione, non si affrontano i nodi strutturali e i temi fondamentali. Si parla di sviluppo, ma si opera senza collegamento. Non c’è un senso. Governare significa decidere dove vogliamo andare. Per contro si improvvisa, si rimanda e si spera che sia il tempo a risolvere i problemi. Così non va».
Dal canto suo Martino Colombo (MPS) ha evidenziato che «il preventivo è la fotografia di una scelta politica. Il cuore del messaggio è sempre lo stesso: contenere la spesa, non si accenna nemmeno a come aumentare le entrate. Questo vuol dire amministrare in difesa, non governare. Un Comune non deve produrre utili, sennò si perdono per strada servizi». Stando a Maura Mossi-Nembrini (Avanti con Ticino&Lavoro-Più Donne-Il Noce) «manca una pianificazione strategica degli investimenti. Altre città come Lugano presentano al Legislativo un Piano delle opere strutturato. In questo modo si può fare un dibattito serio». Pure Tuto Rossi (Lega-UDC) si è scagliato contro l’Esecutivo. Riassumendo il suo pensiero: non va bene (quasi) nulla.
Parola al primus inter pares
L’ultima parola è toccata al sindaco Mario Branda: «Bellinzona non ha le risorse finanziarie di altre città. È ovvio che dobbiamo prestare attenzione alla spesa. Ma sia chiaro, non mettiamo i conti davanti alle persone. La nostra è un’amministrazione magra. Non è vero che il numero di collaboratori è esploso. Le votazioni del 28 settembre avranno delle conseguenze sulle nostre casse: solo quella della Lega influirà per 4,5 milioni, mentre non abbiamo ancora quantificato l’impatto di quella socialista. L'aumento del moltiplicatore, a quel punto, sarà inevitabile. Gli investimenti? Siamo sempre passati dal plenum. L'assenteismo? Da un recente sondaggio è emerso che i dipendenti sono contenti. Abbiamo già introdotto dei provvedimenti perché ci teniamo al benessere dei collaboratori».





