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L'aperitivo digitale del 29 marzo 2023

Il ritorno di Sergio Ermotti in UBS, Basilea che «imita» Harvard, il reportage sulla scuola infermieri della SUPSI: ecco le notizie che potresti esserti perso su CdT.ch
© KEYSTONE / MICHAEL BUHOLZER
Marcello Pelizzari
29.03.2023 18:00

Care lettrici e cari lettori, bentornati con l'appuntamento dell'Aperitivo Digitale.

Il ritorno di Sergio Ermotti

Sergio Ermotti sarà CEO di UBS. È stata la stessa banca ad annunciare la nomina del ticinese quale amministratore delegato a partire dal 5 aprile 2023. Il ticinese tornerà a ricoprire il ruolo di CEO la prossima settimana. L’attuale CEO (dal 1. novembre 2020), Ralph Hamers, ha accettato di dimettersi «nell’interesse della nuova combinazione, del settore finanziario svizzero e del Paese». Hamers rimarrà in UBS e lavorerà al fianco di Ermotti come consulente durante un periodo di transizione per garantire una chiusura positiva della transazione e un passaggio di consegne agevole. «Sono molto onorato che mi abbiano chiesto di gestire questa transizione in un momento così importante» ha detto il nuovo (vecchio) CEO durante la conferenza stampa di presentazione. Qui la cronaca di una giornata particolarmente intesa, qui invece un profilo del ticinese e qui, ancora, un approfondimento sui ritorni illustri a livello di grandi aziende e colossi.

Ma l'India è ancora una democrazia?

È famosa per essere «la più popolosa democrazia al mondo». Ma di democratico, notano sempre più analisti, in India rimane sempre meno. A preoccupare, in particolare, è la crescente efficacia con cui il partito di Narendra Modi — premier dal 2014 — riesce a eliminare ogni forma di dissidenza. Modi, ministro capo dello Stato indiano del Gujarat fra il 2001 e il 2014, era già stato a suo tempo criticato per le sue posizioni dispotiche e per la limitazioni alla libertà di stampa imposte nella propria regione. Tendenza, questa, ormai trasposta a livello nazionale. Ne parliamo qui.

Riva, niente licenza per gli pneumatici

«Questa attività di stoccaggio entra palesemente in contrasto con le norme pianificatorie in vigore che definiscono la zona quale attività industriale finalizzata all’insediamento di attività produttive e non una mera attività logistica volta al semplice stoccaggio di un prodotto, per altro pericoloso e inquinante». È con queste parole che il Municipio di Riva San Vitale spiega il diniego della licenza edilizia alla PM Ecorecycling. L'articolo completo qui.

Le preoccupazioni di Harvard raggiungono Basilea

Gli studenti non dimenticano. «Basta Comaroff, basta complicità». Il 25 gennaio, il giornale studentesco dell’università di Harvard pubblica un articolo che testimonia la sonora risposta dei giovani universitari rispetto all’insegnamento del professor John L. Comaroff. Alla prima lezione del corso – «Il colonialismo e i suoi postumi postcoloniali/decoloniali: Letture critiche» –, infatti, sono più di cento gli studenti che abbandonano l’auditorio cantando e recitando slogan di protesta. Dopo che l'anno scorso era stato congedato per aver violato le politiche dell'Università in materia di molestie sessuali e cattiva condotta professionale, il docente di Antropologia e di Studi africani e afroamericani ritorna nelle aule scolastiche. Ma la reazione degli alunni è immediata e si esprime con il dissenso. Ma perché parlarne ora? La ragione è che questo avvenimento non ha colpito unicamente la prestigiosa università statunitense, ma le sue conseguenze e l’impatto delle reazioni dei giovani universitari hanno raggiunto anche un corso dell’università di Basilea. Con il Dottore in filosofia Ernest Sewordor che ha esposto il dubbio ai suoi studenti del seminario «Crimine e legge nella storia dell'Africa». Un dubbio che riguarda l’utilizzo delle ricerche co-scritte da Comaroff per sostenere e sviluppare la tematica del corso: è giusto usufruirne nonostante la possibilità di dare visibilità al docente incriminato e alle sue azioni? L'approfondimento di Sara Fantoni.

Gli infermieri SUPSI di domani si allenano al simulatore

Vicenzo D'Angelo, aprendo la porta, saluta Catherine e Greta. Ma non è davvero Vincenzo, docente senior al corso di laurea SUPSI in Cure infermieristiche — bachelor del Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale —, sta interpretando il personaggio in una simulazione: «Ero a fare compere, buongiorno...». Le due studentesse, entrambe al terzo anno della formazione, stanno al gioco e ricambiano. Non sanno con esattezza cosa troveranno oltre la soglia. D'altronde, questa è una giornata speciale. Una giornata carica di emozioni e adrenalina qui al Centro di simulazione, per andare a caccia di quegli errori da evitare quando ci si trova di fronte a un paziente reale, ma in situazioni al limite e, per la verità, anche molto rare da vedere nelle carriere professionali nell'ambito della sanità. «Nooo! È per terra! È in bagno», esclama Vincenzo, indicando un manichino nella stanza. Un grande specchio è appeso al centro di una parete. Inutile dire che permette di vedere a chi sta dall'altra parte, come nelle sale degli interrogatori nei film. E, in effetti, Daniel Pasquali segue tutte le mosse delle ragazze con attenzione. È lui il «regista» della ricostruzione. Il reportage di Jona Mantovan.