Officine, inquinamento e bonifica: presto si saprà

Ancora un mese. O poco più. E poi si avrà un quadro più chiaro dello stato in cui versano i terreni occupati da quasi un secolo e mezzo dalle Officine FFS di Bellinzona. Come risulta al Corriere del Ticino, le discussioni fra le parti (quindi, oltre alle Ferrovie, Città e Cantone) sono entrate nel vivo e, parallelamente, si attendono delle indicazioni chiare da parte dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) su come e dove svolgere i carotaggi. Ad occuparsi delle analisi approfondite dei sedimi, ci risulta, saranno con ogni probabilità delle ditte private in collaborazione con l’ex regia federale. Si tratta di una questione rilevante, come peraltro ha stabilito il Tribunale cantonale amministrativo (TRAM) accogliendo parzialmente le critiche sollevate da alcuni cittadini ed annullando pertanto il via libera del Legislativo della capitale del 4 aprile 2023 al Piano particolareggiato per il futuro quartiere che sorgerà a tappe al posto dello stabilimento.
Indagini e trasparenza
Procediamo con ordine. E partiamo dalle ultime informazioni rese pubbliche. A farlo era stato, poco più di un anno fa, il Governo rispondendo all’interrogazione dei Verdi (primo firmatario il granconsigliere Marco Noi). Ebbene, l’Esecutivo cantonale aveva parlato di «una condizione di inquinamento rilevante, sia nella tipologia qualitativa sia nell’estensione orizzontale/verticale» per l’area di più di 100 mila metri quadrati che dal 1878 accoglie l’Officina. Le prime analisi sommarie, da parte delle Ferrovie, erano state eseguite tra il 2017 ed il 2018. Verifiche che lo stesso Governo ha definito nell’agosto 2024 «molto parziali». L’ex regia federale si è dunque impegnata a svolgere degli approfondimenti (man mano che il sito produttivo verrà smantellato dalle vetuste infrastrutture), mentre il Consiglio di Stato auspica la creazione di un gruppo operativo che «dovrebbe poter prendere atto degli sviluppi e dei risultati delle indagini, così da poter prevedere, se necessario, le conseguenze tecniche e/o finanziarie legate alla gestione dei siti inquinati, conformemente agli accordi sottoscritti tra le parti» nella «Dichiarazione d’intenti» dell’11 dicembre 2017, in cui si mise nero su bianco il trasferimento delle Officine da Bellinzona a Castione. Il TRAM ha appunto precisato che il Municipio avrebbe dovuto rendere edotto il Legislativo anche sui possibili costi aggiuntivi relativi all’inquinamento.
Quella distinzione cruciale
Occorre fare una distinzione fondamentale, a questo punto. Che è quella tra sito contaminato, la cui bonifica è prescritta dalla Legge federale sulla protezione dell’ambiente in quanto può essere all’origine di effetti dannosi o molesti per l’ambiente, e sito inquinato, la cui bonifica non è obbligatoria. Oltre a ciò, specificava il Governo nella sua risposta, la natura degli inquinanti è determinante «ai fini di una eventuale bonifica: sostanze poco mobili (che si ancorano al suolo e quindi rimangono in loco) prevedono metodi di risanamento completamente diversi dalle sostanze mobili, che vengono trasportate, ad esempio tramite dilavamento, con l’acqua piovana o di falda». Aspetti, questi, che, ribadiamo, potrebbero influire sui costi di realizzazione e sulle tempistiche, relativamente al quartiere con contenuti misti che sostituirà le Officine dopo il 2030. «Dagli atti non emerge nemmeno se gli importi preventivati (56,5 milioni di franchi per le opere pubbliche di interesse comunale; n.d.r.) tengono conto del rischio di dover procedere anche alla bonifica degli edifici ceduti (dalle FFS a Città e Cantone; n.d.r.), con particolare riferimento alla possibile presenza di amianto. Bonifiche pure notoriamente onerose», rileva il tribunale. Spese che però - ha evidenziato il sindaco Mario Branda commentando la sentenza del TRAM - al momento dell’elaborazione del messaggio municipale (datato 18 gennaio 2023) non si conoscevano nel dettaglio. Ecco che sarà inevitabile presentare un altro messaggio con tutte le informazioni che, secondo i giudici della massima istanza giudiziaria ticinese, non erano presenti in quello licenziato allora.
Serviranno almeno 35 milioni?
Il 20 marzo di quest’anno l’ex regia federale ci aveva risposto che «secondo gli accordi sottoscritti, le Ferrovie consegneranno a loro spese terreni liberi da contaminanti ai sensi dell’Ordinanza sui siti contaminati». Il riferimento è alla già citata «Dichiarazione d’intenti» firmata otto anni or sono. Secondo l’UFAM i siti contaminati sono «siti inquinati che sono all’origine di effetti dannosi o molesti per l’ambiente oppure per i quali esiste il pericolo concreto che tali effetti si producano. Necessità di risanamento». A suo tempo si ipotizzavano costi per almeno 35 milioni di franchi. Le verifiche più scrupolose forniranno un quadro maggiormente nitido delle condizioni, dal punto di vista ambientale, delle superfici. Si partirà, come detto, dalle analisi pregresse e dai rapporti elaborati dalle Ferrovie sullo smantellamento e sulla bonifica delle Officine. Alla cassa potrebbero passare pure la Città ed il Cantone. Assieme all’ex regia saranno infatti proprietari dei terreni «orfani» dell’impianto produttivo; metà l’ente pubblico, metà l’azienda. Come precisava il Governo nell’agosto 2024, «le altre misure legate alle prospettate procedure edilizie di smaltimento di materiale e terreno inquinato in aree non contaminate (cioè da non risanare obbligatoriamente) saranno a carico dei futuri proprietari».
Lanciò l’idea del trasferimento
Da un cantiere che verrà ad un altro che è oramai avviato. La realizzazione dell’edificio principale della moderna Officina di Castione - cominciata il 5 settembre scorso - prosegue senza intoppi, ma comportando delle modifiche alla viabilità. Avremmo voluto raccogliere la reazione dell’ex CEO (dal gennaio 2007 al settembre 2020) delle FFS Andreas Meyer, il quale era stato il primo ad ipotizzare che lo stabilimento potesse lasciare Bellinzona. Nel rispetto del dovere di riservatezza non ha potuto esprimersi, limitandosi ad affermare che «sono felice di vedere che in Ticino, a cui tengo molto, vi sono degli sviluppi».







