Oratorio e appalti pubblici: accertamenti in corso

«Per quanto riguarda la verifica del rispetto delle procedure previste dalla Legge sulle commesse pubbliche rileviamo come siano tuttora in atto gli accertamenti del caso da parte delle relative istanze cantonali competenti verso i membri del Municipio attuale, che erano già in carica al momento dei fatti in oggetto. Sono pertanto riservate le conclusioni e le decisioni in quest’ambito». È quanto scrive - come appreso dal Corriere del Ticino - il Consiglio di Stato nella lettera trasmessa lo scorso 22 ottobre al cittadino che negli ultimi tre anni ha inoltrato due ricorsi contro il credito supplementare di 2,7 milioni di franchi per l’ex oratorio di Giubiasco. L’ultima censura è stata respinta dal Tribunale cantonale amministrativo (TRAM) il 29 aprile scorso, come abbiamo anticipato sull’edizione del 5 maggio. Per il Governo non vi sono i presupposti né per un intervento di vigilanza nei confronti dell’Esecutivo né per una segnalazione al Ministero pubblico.
«Non ci sono prove di reati»
Il compito di passare ai raggi X la procedura compete all’Ufficio di vigilanza sulle commesse pubbliche. Che - come leggiamo online - «promuove, di regola su segnalazione, procedure amministrative e contravvenzionali esterne all’Amministrazione cantonale, conduce le istruttorie e propone l’adozione di sanzioni e provvedimenti». Ieri non siamo riusciti a raggiungere il capouffici per avere maggiori delucidazioni e per capire a che punto sono gli accertamenti. L’ex oratorio di Giubiasco è una delle tre opere pubbliche finite, nei primi mesi del 2020, al centro della vicenda dei sorpassi di spesa, in quanto l’investimento improvvisamente era salito a 10,3 milioni circa (+28%). I lavori erano iniziati il 7 giugno 2017 dopo che l’allora Consiglio comunale di Giubiasco, il 12 ottobre 2015, aveva votato i 7,95 milioni necessari per la riqualifica dell’edificio. Il progetto è stato così ripreso in mano dal Dicastero opere pubbliche e, il 16 maggio 2022, il Legislativo della capitale aveva approvato il credito supplementare citato in apertura, non senza perplessità in merito alla gestione del dossier.
«Il semplice fatto di aver ricevuto scritti in cui si sostiene la presunta esistenza di reati penali (in cui si richiama l’articolo 314 del Codice penale svizzero sull’infedeltà nell’amministrazione pubblica) - in particolare come nel caso concreto senza che siano state addotte prove concrete al riguardo - non comporta ancora per il Consiglio di Stato o per i funzionari l’obbligo di procedere ad accertare la presenza di crimini o delitti perseguibili d’ufficio e a denunciarli all’autorità di perseguimento penale», ossia al Ministero pubblico, puntualizza il Governo.
Risarcimento danni? Per ora no
Nessuna segnalazione in Procura, pertanto. D’altronde il Consiglio di Stato lo aveva già preannunciato nel luglio 2023, quando chiamato sempre a chinarsi sulla vicenda dei sorpassi di spesa da 5 milioni - rispondendo all’interrogazione di Matteo Pronzini (MPS) - aveva precisato che «non c’erano gli estremi per il coinvolgimento della Magistratura». Diverso, invece, il discorso inerente ad un altro aspetto. Il Governo sottolinea infatti che l’Esecutivo ed il Legislativo turriti possono semmai valutare la «necessità di eventuali azioni in risarcimento danni che sarebbero stati occasionati al Comune da progettisti ed ingegneri, rammentato inoltre come il Consiglio comunale non abbia sollecitato il Municipio ad agire contro eventuali responsabili né al momento dell’approvazione del credito suppletorio né in questi ultimi anni».
L’incarto degli Enti locali
Sia lo stesso Consiglio di Stato (nell’autunno 2022) sia il TRAM hanno mostrato il pollice verso ai ricorsi interposti dal cittadino contro il via libera del plenum cittadino ai 2,7 milioni, ritenendo che l’informazione fornita dal Municipio era «congrua, adeguata ed oggettiva». Proprio alla luce di queste decisioni, il Governo non ritiene che «vi siano i presupposti per un intervento di vigilanza nei confronti» del consesso bellinzonese. Un incarto, ricordiamo, è sempre pendente sulla scrivania della Sezione degli enti locali affinché tratti il dossier alla stregua di un’istanza di intervento per poi procedere - dopo i necessari approfondimenti - ad un’eventuale segnalazione al Ministero pubblico. Che appare però assai remota.
Un complesso, tre blocchi
Dopo lo stop di tre anni a causa dei ricorsi (entrambi respinti), il Municipio ha dovuto chinarsi nuovamente sul cantiere dell’ex oratorio di Giubiasco. I capitolati d’appalto sono stati aggiornati e, soprattutto, hanno dovuto essere rivalutate con attenzione le spese per rispettare il credito di 2,7 milioni approvato dal Legislativo il 16 maggio 2022. Tre i blocchi dello stabile. Il primo è già occupato dalla Fondazione Vita Serena; il secondo ospiterà la sala multiuso con la possibilità, inoltre, di mettere in scena rappresentazioni culturali e artistiche o accogliere attività associative e formative; il terzo prevede la biblioteca regionale.




