Dazi, la telefonata tra Keller-Sutter e Trump «salva» la Norvegia

La telefonata del 31 luglio tra la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non smette di far discutere. O, perlomeno, di essere al centro di numerosi dibattiti e commenti. Il dato di fatto è che il giorno seguente, il 1. agosto, Trump ha annunciato dazi al 39% per il nostro Paese. Ma, da più di un mese, ci sono teorie sull'interpretazione di quel colloquio telefonico. Da una parte, viene posto l'accento sul «cattivo umore» di Trump, per nulla aperto alla discussione – nonostante le intenzioni di Keller-Sutter –, dall'altra c'è l’interpretazione americana che attribuisce proprio a quella chiamata il fiasco finale.
Oggi c'è un nuovo capitolo ad arricchire «il caso», seppure à côté. Un nuovo aneddoto riferito dalla SonntagsZeitung. A quanto pare, quel 31 luglio il presidente USA era davvero di pessimo umore. La situazione sarebbe arrivata al punto che i collaboratori di Trump avrebbero avvertito i leader di altri Paesi – compresi i norvegesi –, sconsigliando loro di avviare una trattativa. Lo stesso giorno era prevista (anche) una telefonata a Oslo per negoziare i dazi doganali poco prima della scadenza del termine.
A rivelarlo sarebbe stato nientemeno che il consigliere federale Guy Parmelin durante un pranzo con alcuni politici, scrive la SonntagsZeitung citando «diverse fonti». Urs Wiedmer, portavoce del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR), ha confermato al giornale che il «ministro» dell'economia «ha sottolineato durante una conversazione con alcuni politici che il 31 luglio ad altri Paesi sarebbe stato sconsigliato di effettuare una chiamata e che di conseguenza anche altri accordi negoziati non sarebbero stati confermati».
Pare che quel giorno Trump avesse in programma ben una ventina di appuntamenti. Ma dopo la telefonata con Karin Keller-Sutter (che si è conclusa alle 14.44 ora di Washington), le cose sono andate diversamente. Visto lo «scambio infelice», il presidente americano sembrava non avere più voglia di parlare. Secondo l'aneddoto di Parmelin, altri Paesi sarebbero quindi stati apparentemente dissuasi dall'avanzare richieste, con l'obiettivo di «evitare altri disastri».
E tra i Paesi informati ci sarebbe, appunto, la Norvegia. La quale, dopo l'avvertimento, avrebbe annullato la chiamata. Concludere che sia stata questa mossa a «preservare» i norvegesi è una speculazione. Ma gli scandinavi, che come la Svizzera non sono membri UE, il 1. agosto si sono visti imporre dazi al 15%.