Lugano

«Evitiamo voli pindarici sul Campo Marzio, oggi siamo già in ritardo»

Il presidente della Camera di commercio Andrea Gehri boccia la proposta di un parco verde nel comparto lanciata dall'Ufficio presidenziale PLR con a capo Paolo Morel
L'idea dell'Ufficio presidenziale PLR di Lugano è quella di creare nel comparto del Campo Marzio un'area verde con contenuti residenziali e alberghieri.
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
18.09.2025 06:00

Basta aspettare. Lugano ha bisogno di un polo congressuale degno di questo nome. Subito. Non domani. Ecco perché la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino presieduta da Andrea Gehri spinge sull’acceleratore e nel contempo tira il freno (a mano) all’idea dell’Ufficio presidenziale del PLR con a capo Paolo Morel di estendere i congressi nel parco Ciani e di realizzare nel comparto del Campo Marzio un grande parco con contenuti residenziali e alberghieri.

La posizione di Gehri è chiara. Nel «nuovo» Campo Marzio deve andarci un polo congressuale. Non un parco, «che rimette in discussione una pianificazione che il Municipio ha sicuramento avvallato attentamente» e rischierebbe solo di «rimandare alle calende greche una necessità impellente». Tradotto, «concentriamoci su soluzioni pragmatiche ed efficaci - sintetizza Gehri - ed evitiamo voli pindarici».

Voli che hanno stupito e non poco l’imprenditore. Soprattutto perché sono arrivati da un partito, il PLR, che si dice vicino all’economia. «Devo dire la verità, sono rimasto sorpreso da questa idea presentata dal partito liberale radicale, un partito vicino all’economia che invece dovrebbe proporre soluzioni pragmatiche e fattibili. Questa, dal mio punto di vista, può essere una visione per muovere le acque, ma non la via da percorrere, anche perché così facendo si andrebbe a rimetterebbe in discussione anche tutto il piano regolatore e sappiamo cosa vuol dire andare a toccare i principi regolatori di un piano regolatore complesso come quello di Lugano».

Da qui la convinzione di insistere con la proposta già sul tavolo del Municipio, evitando di «proporre soluzioni che apparentemente possono sembrare innovative ed allettanti, ma andrebbero a ritardare di anni, se non decenni, un progetto al quale la città deve assolutamente dare la priorità entro brevissimo tempo».

Gehri non ha quindi dubbi. Basta aspettare. Anche perché altrimenti il rischio «è quello di perdere il treno». Il turismo congressuale, spiega il presidente della Camera di commercio, è infatti in costante crescita, «si calcola dell’8% ogni anno da qui al 2035». Perdere tempo equivale quindi a «rischiare di uscire dal circuito nazionale dei congressi importanti» e di non avere un centro congressuale «all’altezza e che possa concorrere con le grandi città svizzere».

Tutto questo perché «la struttura del Palazzo dei congressi di oggi è assolutamente inadeguata e la soluzione che è stata presentata dal Municipio, ferma purtroppo nei cassetti da troppi anni» è quella migliore oggi possibile. Ecco perché «mi auguro che l’Esecutivo le assegni la massima priorità», spera Gehri. Il quale non è neppure d’accordo sulla proposta avanzata dall’Ufficio presidenziale PLR e appoggiata dalla municipale Karin ValenzanoRossi e dalla capogruppo in Consiglio comunale, Natalia Ferrara, nonché dai Verdi, che, oltre a immaginare un parco, prevede di risolvere il problema della mancanza di spazi per i congressi realizzando un’estensione del Palacongressi nel parco Ciani, attraverso la costruzione di un padiglione.

«Mi ripeto, questa è una via sbagliata - sottolinea - perché un centro congressuale deve avere nelle immediate vicinanze una struttura alberghiera che possa accogliere almeno 500 persone. Ma non solo. È altresì necessaria la disponibilità di parcheggi interrati. Parcheggi che oggi al Palacongressi sono già sempre occupati quotidianamente». Sarebbe insomma sbagliato concentrarsi ancora su una struttura «che già ora mi sembra off-limits dal punto di vista dell’utilizzo e delle risorse. Tutto questo calcolando che una ristrutturazione, secondo uno studio di alcuni anni fa, rischia di costare dai 45 agli 80 milioni di franchi. Mi chiedo chi è disposto a pagarli, oggi?».

Da qui la necessità di puntare sul progetto del Municipio e quindi «su una soluzione pubblico-privato che permetterà alla città di beneficiare di una struttura innovativa e al privato di avere la possibilità di rientrare dall’investimento attraverso gli appartamenti e le strutture alberghiere». Gehri è insomma sicuro. Non è il momento di perdere tempo, ma di procedere spediti. «La mia speranza è che non si aspettino altri 10-20 anni».

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