Turismo

Il Ticino? Un mix di «spirito elvetico e atmosfera mediterranea»

Sky TG24 ha pubblicato una guida «on the road» fra Lugano e Bellinzona: i due poli vengono descritti come cittadine «dinamiche e cosmopolite» grazie all'animo italiano e al rigore svizzero
© CdT/Gabriele Putzu
Red. Online
21.08.2023 10:15

Dopo il Financial Times, con il CEO di Bally Nicolas Girotto quale guida d’eccezione, il Ticino è di nuovo protagonista grazie a una guida on the road pubblicata da Sky TG24. Il canale all news italiano, nello specifico, di è concentrato su un viaggio in quindici tappe fra Lugano e Bellinzona.

I due poli ticinesi, quasi a voler riprendere Girotto, vengono descritti come città «dinamiche e cosmopolite». Merito, manco a dirlo, dell’animo italiano da una parte e del rigore svizzero dall’altra, scrive Costanza Ruggeri. Un mix di «spirito elvetico e atmosfera mediterranea». E ancora: «Terzo polo finanziario della Svizzera la prima, capitale del Canton Ticino la seconda, le due cittadine (situate a pochi chilometri dal confine con l’Italia) regalano scorci pittoreschi e vedute panoramiche mozzafiato».

Lugano, spiega la guida, «è conosciuta anche come la perla del Ceresio ed è il terzo polo finanziario della Svizzera (dopo Ginevra e Zurigo). Città da scoprire a piedi e riscoprire dall’acqua (da Piazza della Riforma a Parco Ciani, da via Nassa al pittoresco borgo di Gandria), è il centro italofono più popoloso al di fuori dell’Italia».

Gandria e il battello elettrico

La passeggiata a Lugano comincia proprio da Gandria, un «antico villaggio di pescatori» nonché «un’oasi di tranquillità, abitata oggi da meno di 300 persone, da cui è possibile ammirare suggestivi scorci panoramici della sponda settentrionale del lago. Caratterizzato da viuzze e scalinate, il borgo è percorribile solo a piedi». Per raggiungere Gandria, prosegue la giornalista, «dal 2021 è possibile salire sulla motonave Ceresio 1931, la prima completamente elettrica a carica rapida della Svizzera. Imbarcazione 100% sostenibile, fa parte del progetto Venti35 che mira all’elettrificazione dei laghi ticinesi in linea con gli obiettivi federali di annullamento delle emissioni climatiche entro il 2050».

Spazio, va da sé, anche al Parco Ciani, «polmone verde della città che si estende per oltre 60 mila metri quadrati» e considerato «uno dei giardini più belli della Svizzera». Affacciato direttamente sul lago, «è il luogo dove passeggiare lungo viali fioriti, all’ombra di alberi secolari, tra statue e fontane». Di nuovo: «Diviso in due zone ben distinte (la prima, adiacente a Villa Ciani, è caratterizzata da aiuole fiorite e da una collezione di arbusti e alberi provenienti da tutto il mondo; la seconda va dalla darsena fino al fiume Cassarate e ha un’impronta più selvaggia), Parco Ciani è anche la sede della Biblioteca Cantonale, opera architettonica avanguardistica degli anni Quaranta».

© CdT/Archivio
© CdT/Archivio

E per mangiare e dormire?

D’accordo, ma come la mettiamo con pranzi, cene e pernottamenti? Sky TG24 propone un hotel, in particolare, per Lugano: il Dante. «Definito da Larry Mongelonsky (il critico dell’ospitalità più pubblicato al mondo) un laboratorio vivente e una vetrina per l’innovazione e l’ospitalità, è stato eletto albergo elvetico dell’anno nel 2022 e ha conquistato il Traveller’s Choice Best of Best di Tripadvisor». Di riflesso, la guida cita anche il Flamel. Con particolare attenzione al settore bar e ai distillati prodotti con erbe dall’orto dell’albergo. «Attraverso il progetto Flamel Urban Farming l’hotel ha infatti convertito il suo tetto in un orto urbano dove ortaggi e piante aromatiche sono coltivati senza sostanze chimiche». Ne avevamo parlato qui

Tutti in piazza (e senza scontrini)

La quarta tappa della passeggiata luganese è legata a Piazza Riforma, il salotto della città come viene definito. «Teatro di diversi avvenimenti politici, in passato si chiamava Piazza Grande e assunse l’attuale denominazione nel 1830, per consacrare alla storia la riforma della Costituzione. Luogo di incontro dei luganesi, è il punto di partenza ideale per una visita del centro città». Nessuna menzione, per fortuna, alle polemiche sugli scontrini che tanto hanno fatto discutere in questi ultimi mesi.

Anche in Piazza Riforma, va da sé, è obbligatoria una tappa culinaria: «Al civico 9 troviamo il Sass Café, punto di ritrovo privilegiato dei luganesi che ne apprezzano l’ambiente di sobria eleganza (tipico della Svizzera italiana) e la ricerca di piatti legati alla tradizione culinaria, accompagnati da una attenta selezione di vini. Il suo fondatore, Guido Sassi, ama definirlo un ristorante vineria».

A pochi metri di distanza, scrive ancora Sky TG24, «troviamo Gabbani, hotel, ristorante, macelleria, gastronomia e enoteca. Il locale, conosciuto e apprezzato per la sua natura poliedrica e la capacità di mantenere una forte identità e qualità dell’offerta, pur spaziando tra diverse tipologie di servizio, si trova al numero 1 di Piazza Cioccaro e occupa il piano terra di un antico convento».

Lugano e il LAC

Impossibile, all’estero, parlare di Lugano e non includere il LAC, il primo centro del Canton Ticino «concepito per valorizzare l’offerta culturale e artistica della città, composto da una sala per i concerti, un teatro e un museo. Aperto al pubblico nel settembre del 2015, ospita la sede di 2.500 metri quadrati del Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI)». Il LAC, soprattutto, «esprime l’identità della città di Lugano e del Ticino in genere, quale crocevia culturale fra nord e sud dell’Europa. La parte dedicata alle arti ha una superficie di 2.500 metri quadrati su 3 piani mentre la sala teatrale e per concerti ha 1.000 posti a sedere e una superficie di 800 metri quadrati complessivi».

La Swissminiatur e i grotti

Da Lugano, il viaggio prosegue nei dintorni con una tappa, diciamo obbligata, alla Swissminiatur di Melide, parco che può vantare oltre «120 modelli in scala 1:25 degli edifici e dei monumenti più famosi del Paese su una superficie di 14 mila metri quadrati, con tanto di rete ferroviaria di oltre 4 chilometri e mezzo (con 18 treni che corrono sui binari)». Fra le miniature presenti «si trovano edifici come il Castello di Rapperswil, il Castello di Chillon e i Castelli di Bellinzona, il Palazzo Federale di Berna e la Piazza Grande di Locarno. Le navi navigano sui laghi, le auto percorrono le strade statali e le autostrade, le funivie e le funicolari salgono e scendono dalle montagne».

Quanto ai grotti, la descrizione è minuziosa e appassionata: «Costruiti originariamente come cantine scavate nella roccia per conservarvi i cibi, i grotti sono oggi un’icona della gastronomia ticinese. Tra i grotti storici del Luganese troviamo il Grotto Morchino. Già meta dello scrittore Herman Hesse che lo inserì in un capitolo di L’ultima estate di Klingsor, il locale propone una cucina del territorio in un ambiente che risale al 1842».

© CdT/Gabriele Putzu
© CdT/Gabriele Putzu

Ma è il Pan di Zucchero?

Una gita a Lugano non potrebbe definirsi tale senza una capatina sui monti che dominano la città. Il Monte Brè, ahinoi, è stato dimenticato (al suo posto viene consigliato il Generoso, che tanto luganese non è volendo usare un eufemismo). Largo al San Salvatore, «detto anche Pan di Zucchero della Svizzera», il monte «simbolo di Lugano». E ancora: «La vista, dalla cima, spazia a 360° dal Lago Ceresio alla Pianura Padana, dalle Alpi Svizzere a quelle Savoiarde».

Ed ecco Bellinzona

E Bellinzona? Eccola. È, riprendendo Sky TG24, «allo stesso tempo la porta d’ingresso all’Italia da nord e la chiave per le Alpi da sud. Capitale del Canton Ticino, è famosa per i suoi castelli medioevali e la sua cinta muraria, riconosciuti nel 2000 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO».

Subito, la guida ci propone dove dormire. A Castione, presso il 6532 Smart Hotel, un hotel di design completamente automatizzato. «Per soggiornare al 6532 Smart Hotel servono essenzialmente due cose: un cellulare e un indirizzo e-mail. Niente reception. Si fa tutto online, in pochi click. Al cliente il sistema attribuisce delle chiavi virtuali per accedere alla stanza e per muoversi all'interno della struttura. L’albergo dispone anche di una sala fitness, un ristorante e una bike room».

Una volta riposati, la guida spinge per visitare il MACT/CACT Museum al civico 3 di via Tamaro, «Centro d’Arte Contemporanea fondato nel 1994 dove vengono allestite esposizioni d’arte temporanee in collaborazione con musei e centri d’arte svizzeri ed esteri. Da poco tempo è stato fondato il MACT Museo d’Arte Contemporanea Ticino, che raccoglie opere d’arte emergente provenienti da collezioni private».

Fame? Accontentati: «Di fronte alla stazione ferroviaria di Bellinzona, a pochi passi dal centro storico e dai tre castelli Patrimonio Mondiale dell’umanità UNESCO, troviamo il Ristorante Internazionale che propone un viaggio gastronomico tra le ricette ticinesi ma anche tra i piatti della cucina del Levante dove i sapori internazionali vengono creati con prodotti regionali».

I castelli di Bellinzona, Castelgrande, Montebello e Sasso Corbaro, dal canto loro vengono descritti come «una delle principali attrazioni del Ticino». Sono stati inseriti nel 2000 nella lista dei monumenti Patrimonio dell’umanità UNESCO. «Le tre fortezze sono raggiungibili con un comodo trenino turistico che parte da Piazza Collegiata». Chi volesse saperne di più del trenino può rileggersi questa intervista.

Bellinzona durante il recente concerto di Lazza. © CdT/Gabriele Putzu
Bellinzona durante il recente concerto di Lazza. © CdT/Gabriele Putzu

Il Ponte Tibetano

Il finale è dedicato a un’attrazione oramai nota, se non notissima: il Ponte Tibetano Carasc, a cavallo dell’impervia valle che divide i comuni di Monte Carasso e Sementina. «Il camminamento del Ponte Tibetano Carasc è in legno di larice largo poco meno di un metro. Il ponte unisce Curzútt e San Bernardo alla Via delle Vigne, consentendo di effettuare delle escursioni in un territorio ricco di presenze storiche, paesaggistiche ed enogastronomiche. La funicolare che da Monte Carasso sale a Curzùtt è il modo più semplice per arrivare alla meta».

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