«Ogni abuso sessuale è di troppo: non esistono violenze lievi»

«Come si sentiranno tante vittime - di questo sacerdote, di altri preti o di qualsiasi altro abusante - quando, nell’apprendere della sentenza, leggeranno di “casi di coazione sessuale lievi”, di episodi definiti “non così gravi”? Quando troveranno scritto che “il numero dei casi è ridotto”; che c’è stato “sincero pentimento” e “collaborazione con le indagini”? Quando vedranno descritti atti su zone del corpo come se ciò potesse stabilire una scala di dolore?». Sono gli interrogativi che si pone il Gruppo di ascolto per vittime di reati in ambito religioso (GAVA) in relazione alla sentenza sentenza pronunciata ieri nei confronti di don Rolando Leo, condannato a 18 mesi con la condizionale. Interrogativi con i quali questa associazione intende dar voce a chi ha subito violenze, fisiche o psicologiche, da parte di rappresentanti del clero. «Cosa proveranno - si chiede ancora il GAVA riferendosi alle vittime dell’ex docente e cappellano del Papio -, sapendo che al condannato, quando era in carcere, sono arrivate numerose lettere di sostegno, con persino espressioni di perdono?».
Parlare è il primo passo
Ribadendo con forza che ogni abuso sessuale su un minorenne o su di una persona vulnerabile è un abuso di troppo, il GAVA sottolinea come parlare è un primo passo: «Alcune vittime lo hanno fatto, affrontando ora un momento durissimo». E forse ce ne sono altre che non lo hanno fatto, aggiunge l’Associazione, la quale sostiene la decisione del Consiglio di Stato di introdurre, sulla scorta della proposta avanzata dall’MPS, l’obbligo di denuncia nella legge cantonale sulla Chiesa cattolica e quella evangelica riformata. «Chi viene a conoscenza di un reato di questo genere deve denunciarlo: nella Chiesa come in qualsiasi ente od organizzazione», conclude il GAVA ricordando il numero di telefono 091/210.22.02 (nonché l’indirizzo [email protected] ed il sito http://ascoltogava.ch) a disposizione delle vittime o semplicemente di chi desidera delle informazioni