Lugano

Sicurezza, ora parla la Polizia: «Basta strumentalizzare»

Dopo i recenti episodi violenti, a cui sono seguite prese di posizione e inviti a rafforzare la presenza sul territorio, la sezione cittadina della Federazione svizzera di funzionari di polizia ha voluto prendere posizione rispondendo alle critiche e stigmatizzando «chi cerca solo visibilità»
© CdT/Chiara Zocchetti
Nico Nonella
13.08.2025 17:30

Sul tema della sicurezza a Lugano, ben vengano «proposte innovative o scambi di opinioni da parte di rappresentanti politici o di privati cittadini», ma non devono essere un pretesto «per apparire sui media soltanto con l’obbiettivo di trarne una maggiore visibilità a livello personale e/o a scopo elettorale o peggio ancora fomentare ancor di più la paura nelle persone». È una presa di posizione forte quella espressa dalla sezione di Lugano della Federazione Svizzera Funzionari di Polizia (FSFP), associazione che raggruppa i funzionari di Polizia della città di Lugano e dei corpi appartenenti alla Regione 3 (Luganese) in servizio attivo. E non lo è solo per i contenuti, ma anche per il fatto che è abbastanza inusuale che le forze dell’ordine prendano posizione «dal basso». Segno che, evidentemente, il tema della sicurezza in città è molto sentito: da un lato, ne avevamo parlato lo scorso 17 luglio, ci sono le percezioni dei cittadini, anche davanti a episodi come il brutale pestaggio andato in scena in Pensilina la sera del Primo agosto. Un grave fatto di cronaca che ha suscitato anche numerose reazioni politiche.

In un’opinione inviata ai media, il consigliere comunale Christian Tresoldi (Lega) ha proposto «l’istituzione immediata di un presidio provvisorio della Polizia presso la pensilina, almeno nelle ore serali e notturne del fine settimana», mentre ha fatto ben più rumore, con tanto di presa di posizione del sindaco, il post del municipale Raoul Ghisletta: «C’è veramente da chiedersi cosa non funziona nella prevenzione e nel controllo del Centro Città. E manca anche il dialogo con la popolazione». E c’è addirittura chi vede di buon occhio l’istituzione di «ronde» (ad oggi non è ancora avvenuto, nonostante la creazione di una pagina Instagram, «rondealugano», con 124 follower). Dall’altro ci sono poi le cifre, le quali confermano che Lugano è la città più sicura della Svizzera.

Più agenti in strada? «Non è la soluzione»

A questo proposito, la seziona luganese della FSFP ritiene che, «sebbene i dati a livello statistico indichino Lugano come una delle città più sicure della Svizzera, oggi la percezione soggettiva si discosta dalla realtà oggettiva». Lugano oggi «è confrontata con un problema di ordine pubblico per il quale servono adeguate prese a carico e soluzioni concrete, messe in atto da specialisti e non da improvvisati esperti di sicurezza. Limitarsi ad invocare a mezzo stampa presidi, per altro già in essere da diversi mesi, è troppo semplice e riduttivo, dar la colpa alla sola Polizia altrettanto». La sera del Primo agosto, «nel centro cittadino era presente un importante dispiegamento di Polizia, ma nonostante questo, il "fattaccio" è comunque accaduto».

La Polizia cittadina, così come strutturata al giorno d’oggi, rappresenta un presidio fondamentale per il territorio, assicurando una presenza capillare e costante di uomini sul terreno e soprattutto è pronta a discutere seriamente dei problemi della città». Basta dunque proclami o critiche e prescindere: per la sezione luganese della FSFP il problema «dovrebbe essere analizzato in maniera più ampia e seria, coinvolgendo tutti gli attori interessati (comunali e cantonali) proprio perché il tema è molto più complesso di quello che appare a prima vista e non è risolvibile dalla sola Polizia cittadina con la sua presenza sul territorio; questo contribuirà sicuramente ad aumentare la percezione di sicurezza soggettiva ma certo non risolverà il problema della violenza giovanile che invece ha radici più profonde». L’invito della FSFP è dunque quello di riflettere a mente fredda «ed evitare che l’impulsività del momento sfoci di fatto in sentenze a priori senza elementi e cognizioni di causa». E qui torniamo alle critiche espresse in apertura: «Alcuni temi legati alla sicurezza nella città di Lugano sono stati recentemente sollevati e strumentalizzati in maniera poco costruttiva da privati cittadini (pochi) oppure da esponenti politici in cerca di visibilità mediatica. L’esprimersi pubblicamente sostenuti solo da affermazioni sommarie o emotive, altro non fa che incutere ancor più timore nelle persone e danneggia l’immagine di un’istituzione che quotidianamente opera a favore e nell’interesse della comunità».

Forte pressione

Come detto, è inusuale che la Polizia si esprima «dal basso», per bocca della sua associazione di categoria. «È una presa di posizione comprensibile visto che ultimamente gli agenti sono molto sotto pressione e si sentono dichiarazioni provenienti da qualsiasi contesto senza competenze specifiche», ha commentato la capodicastero Sicurezza di Lugano, Karin Valenzano Rossi.

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