Rabadan, non si scherza e la cerimonia forse si sposta

Carnevale fa rima con festa, divertimento e spensieratezza. Almeno così dovrebbe essere, a 360 gradi, anche dietro le quinte. In seno alla Società Rabadan di Bellinzona, tuttavia, i musi lunghi e i mugugni non mancano. E ciò va avanti da almeno quattro anni, un periodo durante il quale vi è stato un fuggi fuggi senza precedenti dal comitato presieduto da Giovanni Capoferri. Se ne sono andati in dieci, comprese persone che per i bagordi cittadini si sono spese molto, come lo storico vicetimoniere Mauro Bissolotti ed il responsabile degli eventi Paolo Deprati, i quali facevano parte del consesso da tre lustri.
Ci si è guardati negli occhi
Stasera - di fronte a quasi 130 soci che hanno preso parte all’assemblea svoltasi nella sede di Carasso: a memoria un numero da primato - sono state ufficializzate le ultime due defezioni (del responsabile dei trasporti nonché ex municipale della capitale Marco Ottini e di Monica Tomatis, che si occupava dei cortei, delle guggen, dei carri e dei gruppi), come vi abbiamo riferito sul CdT di venerdì scorso.
Ma soprattutto la plenaria è stata l’occasione per affrontare la «destituzione» dell’intera Corte con la giustificazione che si vuole portare aria fresca e rinnovamento nel pluricentenario sodalizio. E per annunciare che forse la cerimonia di apertura del giovedì si sposterà di piazza (da Nosetto a Collegiata) così da poter accogliere più sudditi: una decisione verrà presa di comune accordo con il Municipio, rappresentato in sala dal vicesindaco Fabio Käppeli e dal collega Vito Lo Russo.
Dall’allontanamento alle firme
Il brusco, repentino ed improvviso allontanamento del sovrano Renato Dotta (in carica da 12 edizioni e omaggiato dall'assemblea con un lungo applauso), della regina Elisa Ghelmini-Brenna e delle damigelle Consuelo Nani, Giulia Dotti, Selina Madrigali e Letizia Tamagni ha fatto storcere il naso a numerosi soci. Ed a moltissimi bellinzonesi.
I quali non hanno neppure digerito il fatto che l’assemblea sia stata preceduta dalla nomina (avvenuta mercoledì sera) del nuovo sire nella persona del 31.enne Igor Pesciallo, figlio dell’ex monarca Dante. Come dire: «Non torniamo sui nostri passi». E ciò nonostante, ad esempio, la petizione online a favore del 70.enne Dotta che ha raccolto oltre 1.300 firme e i messaggi di solidarietà espressi sui social dai fedeli sudditi.
Parla il timoniere
«Non è un semplice cambiamento bensì un atto di crescita. Il Rabadan è tradizione viva, capace di custodire le radici e allo stesso tempo di aprirsi al futuro e di rinnovarsi. A Renato Dotta era stata proposta la possibilità di diventare Re emerito così da consentirgli di raggiungere il suo obiettivo personale dichiarato pubblicamente, peraltro mai concordato né discusso con il comitato, di rimanere regnante fino al 2028: una proposta che purtroppo ha deciso di declinare. E questo ci dispiace. Il mio impegno per la Società Rabadan è sempre totale e animato unicamente dalla passione e dal desiderio di fare del mio meglio per questa nostra istituzione secolare», ha affermato Giovanni Capoferri, parlando anche di conti «sanissimi».
Il «j'accuse» di Marco Ottini
Gli ha ribattuto Marco Ottini, il quale ha messo sul tavolo quelle che ritiene essere alcune problematiche che vanno dalla comunicazione non sempre ottimale alle finanze passando per la gestione delle sedute di comitato e la pianificazione: «Siamo arrivati a delle situazioni con le quali non concordo. E dunque ho preferito lasciare il comitato di cui facevo parte dal 2022». Insomma, non un bel segnale in vista del nuovo corso del carnevale.
Le spiegazioni dei regnanti
«Far dipendere la scelta della Regina dal nuovo Re è un aspetto che non mi quadra. Io non sono stata scelta da Renato Dotta. Mi è sembrata una scusa per detronizzare l'intera corte», ha rilevato la sovrana uscente Elisa Ghelmini-Brenna. Dal canto suo Renato Dotta ha sottolineato che «è vero che mi era stato proposto di diventare Re emerito, ma le condizioni non erano date».
Dopo il record cosa fare?
Come da tradizione, l’ultimo punto all’ordine del giorno riguardava le anticipazioni della prossima edizione dei frizzi e lazzi, la numero 163, in agenda dal 12 al 17 febbraio. Il giovane Re deve ora scegliere l’effimera consorte (sarà Chiara Beltraminelli, il cui bisnonno Primo è stato al potere per 34 anni?), la quale a sua volta designerà damigelle e paggetti. Dopo un Rabadan, quello del 2025, da record con 200 mila festaioli e condizioni meteorologiche da favola, fare meglio sarà un’impresa.
Niente big, ma più band
Il programma ricalcherà in linea di massima quello abituale (cerimonia di apertura in grande stile, verosimilmente in piazza Collegiata come auspica il comitato, e cortei venerdì, sabato e domenica), i prezzi rimarranno invariati, mentre per quanto riguarda gli ospiti musicali i contatti sono in corso. Si intendono privilegiare più band piuttosto che il nome di grido. La novità più succosa, l’abbiamo scritto in precedenza, sarà però contraddistinta dai regnanti che dovranno attirare soprattutto i giovanissimi sfruttando le nuove tecnologie. Infine segnaliamo che il Posto comando si trasferirà da piazza Simen all'agorà dietro Palazzo Civico.