Lugano

Oltre 1.300 firme contro i licenziamenti di SNL

Ampio consenso alla petizione promossa dal sindacato SEV, che all'indirizzo dell'azienda spedisce anche un pacco di ricci di castagne come segnale di disapprovazione
© SEV
Red. Online
20.10.2025 09:58

Sono 1.341 le firme della petizione promossa dal Sindacato del personale dei trasporti (SEV) contro i tre licenziamenti «antisindacali» attuati da Società Navigazione Lago di Lugano (SNL) lo scorso 29 luglio dopo che l’azienda aveva inoltrato ai sindacati la disdetta straordinaria del contratto collettivo di lavoro. Le firme provengono «principalmente da diverse aziende di trasporto della Svizzera, in particolare compagnie di Navigazione» – «un’attestazione di solidarietà con i tre lavoratori e con tutti gli altri ancora in forza all’azienda, che si trovano in balia di un datore di lavoro senza scrupoli» –, e verranno spedite alla direzione SNL con un pacco postale contenente ricci di castagne – la versione «nostrana» del cactus – come «segnale di disapprovazione per l’agire di SNL».

La Società Navigazione del Lago di Lugano aveva parlato di «progetto di razionalizzazione e rilancio». Ma per i sindacati si tratta di tre licenziamenti «antisindacali»: «I tre colleghi licenziati erano infatti vicini al sindacato e voci critiche all’interno dell’azienda – si legge nella presa di posizione trasmessa ai media –. Il primo era membro della commissione del personale, il secondo era il candidato per rappresentare il personale nel consiglio di fondazione della cassa pensioni e il terzo ha fatto intervenire il sindacato per far valere i suoi legittimi diritti su questioni relative alla Legge sulla durata del Lavoro. Tre dipendenti scomodi da eliminare, e così è stato fatto». Inoltre, l'interruzione del rapporto di lavoro è avvenuta subito dopo che la direzione SNL ha inoltrato ai sindacati la disdetta straordinaria immediata del CCL. «Una strategia chiara per eliminare dal tavolo negoziale chi aveva rilevato diverse situazioni preoccupanti: la gestione poco trasparente della Cassa Pensioni; l’aggiramento del CCL del Lago Maggiore; le irregolarità nel rispetto della Legge sulla durata del Lavoro e rispettiva Ordinanza».

Su questi punti sensibili i sindacati hanno riscontrato difficoltà a ottenere informazioni come pure a instaurare un dialogo sociale costruttivo con l'azienda. «Ai nostri occhi questi licenziamenti non sono una coincidenza: sono un attacco diretto e deliberato contro l’attività sindacale», scrive il SEV. «Sono il chiaro segnale di una politica di repressione e intimidazione. Non è accettabile che ciò avvenga, a maggior ragione in un’azienda che riceve finanziamenti pubblici».

I 1.341 firmatari della petizione chiedono: il ritiro immediato dei licenziamenti; l’intervento urgente delle autorità politiche e istituzionali del Cantone e della Città; lo stop a ogni finanziamento pubblico a chi calpesta i diritti fondamentali dei lavoratori e delle lavoratrici.

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