L'analisi

Preventivi in rosso e scarso dialogo, i timori dei Comuni

Dagli Enti locali dure critiche al Cantone per i continui riversamenti di oneri – C’è chi parla di assalto alla diligenza e chi, senza girarci troppo intorno, parla di rapina – Ecco come le cinque città-polo intendono far fronte ai disavanzi previsti per il prossimo anno
© CdT/Gabriele Putzu

«Non possono continuare a rapinarci sul gettito fiscale. Ci sentiamo presi in giro, la nostra dignità è stata calpestata da un Consiglio di Stato probabilmente in difficoltà», tuona da Lugano il sindaco Michele Foletti. «Continuiamo ad essere attaccati da Geronimo come nella famosa pellicola “Ombre Rosse” del 1939», gli fa eco da Bellinzona il suo omologo Mario Branda. Dalla capitale economica a quella istituzionale, il grido di protesta contro i continui trasferimenti di oneri dal Cantone ai Comuni si leva forte e chiaro.

Non fanno eccezione Chiasso, Mendrisio e Locarno che, seppur con toni più sfumati, ribadiscono che così non si può più andare avanti. «Il meccanismo vuole che la partecipazione dei Comuni sia legata alla loro forza finanziaria e questo ci penalizza – sottolinea dal canto suo il sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini –. Non potremo andare in avanti a lungo senza modificare qualche meccanismo, altrimenti i Comuni saranno sempre più in difficoltà». Va detto, non sono nuove le voci di protesta che si levano dai cinque centri urbani. Lo scorso 10 ottobre ad esempio, in maniera congiunta, i sindaci avevano chiesto dialogo e corresponsabilità al fine di trovare un equilibrio duraturo. Il tema? Sempre quello: le possibili ricadute. «Le misure di equilibrio finanziario cantonali continuano a trasferire in maniera crescente oneri sui Comuni» avevano commentato facendo riferimento soprattutto all’impatto sui centri urbani, «già chiamati a rispondere a bisogni sociali e infrastrutturali sempre più pressanti». Gli esempi, visti da occhi comunali, non mancano: basti pensare all’aumento della partecipazione comunale in settori particolarmente sensibili come le prestazioni sociali (la riduzione dei premi dell’assicurazione malattia, RIPAM), il sostegno alle famiglie attraverso nidi e centri extra scolastici, nonché il finanziamento del trasporto pubblico regionale.

Questione di debito pubblico

Esprimono preoccupazione, dunque, le amministrazioni comunali. Anche perché, al di la delle richieste dal Cantone, le realtà sul territorio devono fare i conti in... casa propria. Lugano si trova confrontata con un debito pubblico di una certa importanza, destinato a crescere visto che vanno riscattate l’Arena sportiva e il Palazzetto. E senza misure di rientro, potrebbe passare da 1,23 miliardi del 2026 a oltre un miliardo e mezzo.

È dunque plausibile che si vada ad agire sia sulla spesa corrente – tramite una seconda manovra – sia sul debito pubblico vero e proprio, riducendolo attraverso le cosiddette «dismissioni».

Progetti strategici

Per diventare grande davvero, non solo in termini di popolazione (peraltro in crescita) grazie all’aggregazione del 2017, Bellinzona deve spingere sull’acceleratore dei progetti strategici. Progetti fondamentali per lo sviluppo socioeconomico della Città con orizzonte temporale il 2040: dal quartiere con contenuti misti che si svilupperà a tappe una volta che le Officine FFS si saranno trasferite a Castione alla crescita del polo biomedico, senza dimenticare la valorizzazione della Fortezza. Grandi cantieri che contribuiranno ad accrescere l’attrattiva della Turrita e, quel che più conta, il suo gettito fiscale che consentirà a chi la amministra di dormire sonni più tranquilli. I riscontri che si è sulla strada giusta ci sono: negli ultimi anni si sono insediate all’ombra dei castelli diverse nuove società.

Nel concreto, dal 2020 al 2024 si è registrata una crescita del 2,4% del numero di imprese, con un picco nel 2021. Con l’obiettivo di coltivare ulteriormente questa tendenza, la Città, attraverso il Servizio di sviluppo economico, ha deciso di puntare su pianificazione strategica, supporto all’innovazione e promozione di ecosistemi imprenditoriali. Una strategia con la quale ci si prefigge di attirare investimenti e creare delle sinergie tra attori pubblici e privati così da rendere Bellinzona non solo una città dove è bello vivere, ma anche lavorare e fare innovazione.

Nel corto termine, si continua ad agire per porre un freno all’aumento della spesa. Le misure previste per il 2026 sono limitati adeguamenti del personale, riduzione da sei a cinque della suddivisione per zone della scuola, rinuncia a uffici elettorali, concentrazione dell’attività degli sportelli comunali, rinuncia alla gestione degli uffici postali, verifica tramite enti esterni dell’efficienza dei processi e corretta dotazione di taluni settori dell’Amministrazione comunale.

Pareggio del bilancio

Incrementare il gettito d’imposta per centrare l’obiettivo del pareggio del bilancio e per poter far fronte alle grandi opere che si stagliano all’orizzonte è il mantra degli ultimi anni anche a Locarno. Gli appelli in questo senso da parte della Commissione della gestione non si contano più. E ne è consapevole anche il Municipio che, al di là delle misure per il contenimento delle spese di cui diremo più avanti, ha deciso intervenire anche sul fronte delle entrate.

Come? Intensificando il marketing territoriale per attirare nuove aziende e attuando misure mirate per convincere i proprietari di residenze secondarie a portare il loro domicilio in Città. Per quel che riguarda le misure per il contenimento della spesa, l’Esecutivo locarnese ne intende adottare per quasi 450 mila franchi. Esecutivo che tuttavia ammonisce: «Nel breve termine, una modifica rilevante delle voci di spesa è difficilmente attuabile senza la soppressione di servizi. In tale contesto, eventuali scelte strategiche, di natura più politica che tecnica, saranno nei prossimi mesi inevitabili».

«Politiche» già pianificate

Nel Magnifico Borgo l’Esecutivo ha dovuto avviare la revisione del Piano finanziario 2024-2028 poiché il risultato previsto per il 2026 risulta superiore rispetto a quanto stimato nella precedente pianificazione di circa 2 milioni di franchi. Piano che verrà ulteriormente aggiornato non appena saranno note le conseguenze economiche delle votazioni cantonali dello scorso settembre. Va altresì detto che la situazione finanziaria del capoluogo momò non è allarmante. Ma all’orizzonte c’è anche la volontà di dare seguito alle «politiche» pianificate. Quelle che Mendrisio ha fatto sue per il 2026 riguardano la digitalizzazione dell’amministrazione comunale, l’avvio del concorso di progettazione per la casa anziani Torriani 3 e i rinnovi di importanti stabili comunali. Tra i grandi progetti c’è inoltre una collaborazione con USI e SUPSI per valutare l’ampliamento del campus universitario della stazione.

Disavanzo da contenere

Infine Chiasso. La cittadina di confine, malgrado le cifre rosse, guarda al futuro con ottimismo. Sia per quel che riguarda le prospettive economiche, sia per quelle aggregative. La realizzazione della scuola di moda e la rinascita dello stabile ex Credit Suisse dimostrano che a Chiasso c’è fermento. Certo, bisognerà pur sempre fare i conti con le misure di contenimento del disavanzo: bisognerà soprattutto agire sul contenimento dei costi del personale e la razionalizzazione degli investimenti.

Ma, come accennato, si punterà sul rafforzamento del gettito grazie al marketing territoriale.

Sfumature di deficit nei centri urbani

Bellinzona
Meno intenso, ma sempre rosso. Anche per il 2026 la Città di Bellinzona si attende un risultato finanziario negativo: se per l’anno in corso il disavanzo previsto è di 13,4 milioni, per il 2026 il deficit si dovrebbe attestare sui 9,2 milioni con moltiplicatore d’imposta stabile, per ora, al 93%. Un risultato frutto di spese per 253,5 milioni, ricavi per 145 milioni, un fabbisogno da coprire con le imposte di 108,5 milioni e un gettito stimato in poco più di 99,3 milioni. Non si esclude che la pressione fiscale possa però aumentare di 4 o 5 punti percentuali quando entreranno in vigore le iniziative sulle casse malati approvate dai ticinesi lo scorso 28 settembre e che dovrebbero incidere almeno per 6-8 milioni sui conti della Città. Al capitolo investimenti, per il 2026 ne sono previsti di netti per 25 milioni.

Locarno
Dopo aver registrato chiusure con avanzi d’esercizio per tre anni consecutivi, culminati con un utile di quasi 900 mila franchi nel 2024, la Città di Locarno dal 2025 è confrontata con un’inversione di tendenza principalmente a causa degli sgravi fiscali. Il preventivo per l’anno in corso indica in fatti un disavanzo di 2,2 milioni di franchi, quello per il 2026 fa stato di un risultato leggermente migliore, ma comunque negativo per una cifra di poco inferiore agli 1,5 milioni (uscite per 89 milioni, entrate per 49 milioni, fabbisogno da coprire con le imposte di 40 milioni e gettito 38,5 milioni) con moltiplicatori d’imposta invariati al 90% per le persone fisiche e al 97% per quelle giuridiche. Si mantiene elevato il tenore degli investimenti, che per l’anno venturo ammonteranno a 16 milioni netti.

Lugano
Il preventivo della Città evidenzia un disavanzo d’esercizio di 4.2 milioni di franchi, in diminuzione rispetto ai quasi 24 milioni stimati per il 2025. Gli investimenti netti per il 2026 ammontano a 263.5 milioni di franchi, in larga parte destinati all’acquisto dell’Arena Sportiva e del Palazzetto dello Sport. Al contempo, il piano prevede entrate da disinvestimenti pari a 306.1 milioni di franchi, nell’ambito di una strategia che punta a liberare risorse per la riduzione del debito. Per quel che concerne la pressione fiscale, il moltiplicatore per le persone fisiche e quelle giuridiche – stando alle intenzioni – verrà aumentato di tre punti percentuali (80% nel primo caso, 85% nel secondo).

Mendrisio
Nel Magnifico Borgo il documento restituisce disavanzo d’esercizio di 3,4 milioni di franchi. Se rapportato al Preventivo 2025 si parla di 1,1 milioni di franchi in più. In merito alla pressione fiscale non sono previsti cambiamenti: rimarrà al 77% per le persone fisiche e all’82% per le persone giuridiche (il moltiplicatore aritmetico si assesta all’83,8%). Il disavanzo stimato è frutto di spese correnti per 105,3 milioni, ricavi per 52 milioni, un fabbisogno di 53,3 milioni parzialmente coperto da un gettito di 49,9 milioni (35 per le persone fisiche, 14,9 per quelle giuridiche). Le cifre relative agli investimenti riportano 22,9 milioni di franchi per quelli lordi e 13,5 per quelli netti.

Chiasso
«È un rosso relativo»: così avevamo titolato nell’edizione del 30 ottobre parlando del Preventivo della cittadina di confine. A Chiasso si stima un disavanzo d’esercizio di quasi 3,9 milioni di franchi (il Preventivo 2025 tratteggiava un meno 5,9 milioni). Un risultato frutto di spese per 76,6 milioni, ricavi per 48,6 milioni e un fabbisogno di circa 28 milioni (in calo di oltre 900 mila franchi), parzialmente coperto da un gettito fiscale che sfiora i 24,2 milioni (in aumento di 1 milione circa). Nonostante un disavanzo definito «ancora impegnativo», l’Esecutivo propone di mantenere invariato il moltiplicatore d’imposta. Il tutto in attesa di vedere l’efficacia delle misure che saranno implementate. La pressione fiscale rimarrà dunque all’88%, sia per le persone fisiche che per quelle giuridiche.