Ripararsi dal sole? No, si voleva vedere l'effetto che fa(ceva)

«L’obiettivo del progetto non era quello di combattere le isole di calore, ma di incentivare la fruizione della piazza, renderla maggiormente aggregativa. E, stando alle indicazioni raccolte, quanto proposto sembra essere stato apprezzato dalla popolazione. L’intenzione del Municipio era proprio quella di verificare sul campo l’effettivo gradimento e il reale utilizzo dello spazio rinnovato. Questi elementi costituiranno la base per valutare se e, eventualmente, come procedere con interventi futuri più incisivi e funzionali». A distanza di quattro mesi dalla prima nota stampa, ebbene, l’Esecutivo di Bellinzona ha parzialmente corretto il tiro in merito all’arredo provvisorio che fino al 31 ottobre potete ammirare in piazza del Sole.
Allora si diceva così
Così si evince dalla risposta, fornita negli scorsi giorni, all’interrogazione di Sara Nisi (Verdi-FA-Indipendenti). Il sindaco Mario Branda e i colleghi, infatti, il 18 aprile scorso scrivevano che il concetto elaborato dai Servizi urbani in sinergia con esperti del settore (che come abbiamo riferito in luglio a più riprese non fa l’unanimità tra la popolazione) avrebbe dovuto portare «un po’ di verde» e favorire «riparo e comfort».
Investimento diviso a metà
Nomen omen, suvvia. In estate piazza del Sole è invivibile. Va dato atto alla Città di aver fatto un tentativo che - obiettivamente - ha migliorato un po’ la situazione e dato un tocco di colore all’agorà ai piedi del Castelgrande. E refrigerio grazie alla fontana-gioco voluta dall’Azienda multiservizi, che si è sobbarcata il 50% dei costi pari a 50.000 franchi; il resto è a carico del Comune.
«L’obiettivo dell’intervento non è stato quello di privilegiare l’aspetto estetico a scapito della funzionalità, bensì di proporre un primo allestimento che incentivasse la frequentazione della piazza del Sole, favorendo l’incontro e la socialità in uno spazio urbano spesso percepito come ostile. Si è cercato di conciliare un miglioramento temporaneo del comfort con un linguaggio visivo accattivante, in attesa di valutazioni più approfondite», puntualizza il Municipio.
Gli alberi sotto la lente
A finire sotto i riflettori sono stati gli alberi dal fusto striminzito che di ombra ne fanno ben poca. Quando invece cittadini e turisti avrebbero voluto che il sole «picchiasse» molto meno sulle loro teste. Il primo comunicato stampa, allora, è stato frainteso? Non completamente, ma sì, ci dice oggi l’Esecutivo, consapevole che «sul piano dell’efficacia climatica» si poteva fare di più. Ma i limiti architettonici, funzionali e strutturali dello spiazzo «rendono complesso un intervento strutturale permanente e invasivo».
Come cantava Jannacci
Lo scopo principale, dunque, era quello di migliorare la fruibilità dell’agorà, rendendola un luogo di aggregazione. E vedere l’effetto che fa, come cantava Jannacci. Qualora si decidesse «di procedere con interventi più significativi sarà sicuramente considerata la necessità di analisi tecniche più approfondite», hanno aggiunto Branda e colleghi, a proposito della richiesta di procedere con uno studio microclimatico. Le valutazioni sulle specie vegetali e sul loro posizionamento «hanno tenuto conto delle difficili condizioni ambientali della piazza. È stato privilegiato un approccio sperimentale, proprio per verificare anche la resilienza delle piante nel medio periodo e per raccogliere indicazioni utili in vista di future progettazioni»