Ticino

Sono compagni di branco: annullato l'abbattimento del lupo

La predazione di 19 pecore a Cerentino è da attribuirsi a due esemplari, un maschio e una femmina, appartenenti a un branco transfrontaliero dell’Onsernone – In questi casi la legge prevede che sul caso debba esprimersi l’Ufficio federale dell’ambiente

Il lupo, per ora, salva la pelle. La decisione del Consiglio di Stato dello scorso 18 maggio di autorizzare l’abbattimento del predatore in Val Rovana deve essere annullata. L’altolà è stato comunicato nel tardo pomeriggio di oggi dallo stesso Esecutivo, il quale ha spiegato che l’autorizzazione è stata concessa sulla base di «premesse errate». In buona sostanza, le analisi del DNA eseguite dal centro nazionale di riferimento per i grandi predatori (KORA) hanno confermato che la predazione di 19 pecore a Cerentino, risalente allo scorso 26 aprile, è opera di due lupi – la femmina F93 e il maschio M149 – appartenenti a branco transfrontaliero dell’Onsernone. Un branco, spiega ancora l’Esecutivo, «che si credeva, prima di questo risultato e sulla base delle informazioni che erano a disposizione, residente in un comprensorio più a sud rispetto alla Val Rovana». Quello che a prima vista potrebbe sembrare un dettaglio secondario, ha in realtà cambiato le carte in tavola. Quando è coinvolto un branco, infatti, la decisione spetta a Berna e non al Ticino.

La questione giuridica

Come ci conferma il capo dell’Ufficio caccia e pesca, Tiziano Putelli, «le analisi genetiche hanno ribaltato la situazione». «Gli elementi a nostra disposizione in precedenza – prosegue – ci avevano portato a desumere che la predazione del 26 aprile fosse attribuibile a lupi singoli. Di conseguenza, la decisione del Consiglio di Stato sull’abbattimento si basava sull’articolo 9 bis dell’Ordinanza federale sulla caccia, che conferisce la competenza al Cantone». Dal momento che gli attacchi sono stati sferrati da due esemplari appartenenti a un branco, però, le carte in tavola sono cambiate. Ancora Putelli: «Trattandosi di un branco, la competenza non è più del Cantone, ma dell’Ufficio federale dell’ambiente». La base giuridica a cui bisogna fare riferimento è l’articolo 4 bis dell’Ordinanza, il quale codifica la regolazione dei branchi. E adesso? Quali saranno i prossimi passi? «Siccome sono stati predati più di dieci animali da reddito (non proteggibili, ndr.), l’abbattimento resta un’opzione, ma rientra in un’eventuale regolazione del branco». Ma, come detto, la competenza decisionale è federale. «Siamo in attesa di una decisione da Berna», afferma Putelli. Insomma, i guardacaccia hanno dovuto riporre i fucili e, almeno per ora, i lupi sono stati «graziati». Anche perché, «nonostante l’enorme impegno profuso» – scrive il Governo – finora non si è riusciti a dar seguito all’abbattimento». In ogni caso, il personale dell’Ufficio caccia e pesca «manterrà attivo il monitoraggio in Val Rovana al fine di verificare se questo branco si è riprodotto anche nel 2022».

L’attacco di sabato scorso

E proprio la Val Rovana, sabato scorso, è stata teatro di un’altra ingente predizione, questa volta a Bosco Gurin ma sempre in una zona – ci è stato confermato dalla Sezione dell’agricoltura – non proteggibile. Il gregge dello stesso allevatore di Cerentino è infatti stato attaccato e, tra animali uccisi e dispersi, la perdita ammonta a circa una trentina di capi. Almeno 16 ovini sono stati uccisi e, anche in questo caso, si ipotizza la presenza di un branco. «Come da prassi, abbiamo svolto le analisi del DNA – dice Putelli –; ma visto che la predazione è avvenuta nello stesso comprensorio, la sostanza non cambia: ci sono i presupposti per discutere l’abbattimento. Ma la competenza è dell’Ufficio federale dell’ambiente».

Sui binari

Dove non arrivano, o non possono arrivare, le pallottole dei guardaccia, può invece arrivare il treno. Lo scorso 2 aprile, infatti, un lupo è stato travolto a Sigirino da un convoglio ferroviario in transito. Incidenti del genere, va precisato, non sono rari e coinvolgono principalmente cervi e volpi.

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