Il caso

«La Fortezza non è Disneyland: non si punti solo sul turismo»

Bellinzona, l'ex presidente della Commissione svizzera per l’UNESCO Francesca Gemnetti si esprime sul rilancio da almeno 19 milioni dei manieri - «Il biglietto per accedere alla corte interna di Castelgrande e alla galleria della Murata ci può stare se abbinato ad altro, sennò è come andare al cinema»
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
21.11.2025 17:12

«Ho letto che uno degli obiettivi, se non il principale, del progetto di valorizzazione è quello di far diventare la Fortezza un attrattore turistico strategico. Ma non è solo quello. Facciamo attenzione. Non devono diventare i castelli dei principi o, peggio, Disneyland. Occorre investire anche nella promozione e nel rafforzamento delle capacità tecniche ed organizzative rivolte all’attuazione della convenzione ratificata dalla Svizzera nel 1975 e, soprattutto, nella comunità. I cittadini devono sviluppare un senso critico nei confronti dei manieri e della Murata, ossia devono tutelarli e trasmettere questo patrimonio alle future generazioni. Devono, insomma, avere un ruolo attivo nella loro gestione e salvaguardia». Francesca Gemnetti è stata in prima fila nel processo di ottenimento, il 30 novembre 2000, del riconoscimento UNESCO per i fortilizi di Bellinzona. Allora era presidente della Commissione svizzera proprio dell’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, la comunicazione e l’informazione. Il suo naso è sempre rivolto all’insù. Al Castelgrande, al Montebello ed al Sasso Corbaro. Inevitabile sollecitarla dopo la presentazione del messaggio per le prime due fasi - da almeno 19,1 milioni di franchi - del rilancio dei «gioielli» della Turrita.

Venezia, più danni che benefici

Il punto di partenza è semplice quanto scontato. I pilastri della gestione del patrimonio mondiale sono cinque. E guarda caso tutti iniziano con la lettera «c». Si tratta di credibilità, conservazione, comunicazione, capacità e comunità. Gli ultimi due sono quelli che stanno più a cuore a Francesca Gemnetti: «La Fortezza non va trasformata esclusivamente in uno strumento legato alla reddittività. Altrimenti c’è il rischio concreto che si ripeta la stessa situazione di Venezia o delle Dolomiti, dove si è registrato un turismo di massa che ha portato più danni che benefici. L’UNESCO ha più volte messo in guardia i siti da questo pericolo. I castelli di Bellinzona non sono un pacchetto da mettere sul mercato, ma sono destinati a tutti noi, alla cittadinanza che li ha sempre rispettati. Vorrei pertanto che nell’ambito della valorizzazione che, sia chiaro, vedo di buon occhio se ossequiosa di determinati aspetti, ci fosse un incentivo anche per la comunità». Come il Club per l’UNESCO Ticino che da 26 anni promuove i valori dell’organizzazione. Ma che - come ci ha confermato la presidente Eleonora Traversi - non è stato interpellato nell’elaborazione del messaggio che passerà al vaglio del Legislativo cittadino e del Gran Consiglio.

«La funicolare? Sì, ma occhio»

Una questione che sta facendo molto discutere nei bar della capitale e sui social è l’idea di far pagare, dal 2029-2030, un biglietto per accedere alla corte interna del Castelgrande e alla galleria della Murata. «Cosa ne penso? Bella domanda. Non sono di principio contraria. Dipende da come si vuole strutturare la novità. A mio avviso ci può anche stare se, ad esempio, si abbina il ticket all’entrata al museo, a una visita guidata o alla distribuzione di materiale informativo. Sennò, se dovesse essere una misura fine a sé stessa, allora sarebbe come andare al cinema».

Discorso pressappoco identico per un’altra idea allo studio, quella della funicolare che collegherebbe il centro storico al castello di Montebello. «Potrebbe pure starci, l’importante è che non vada a stravolgere il patrimonio riconosciuto a livello internazionale e che si inserisca in modo ottimale nel paesaggio. Sia chiaro: capisco l’evolversi dei tempi. La Fortezza non è più un sistema difensivo, ora è aperta alle novità...». Sulla stessa lunghezza d’onda è il Club per l’UNESCO, che attende maggiori delucidazioni già in occasione della serata informativa in agenda martedì 25 novembre alle 20 nella tensostruttura in piazza del Sole.

La fiaccolata commemorativa

Qualche giorno dopo, sabato 29 novembre, è invece in programma una fiaccolata commemorativa per celebrare il 25. dal prestigioso riconoscimento. L’appuntamento si aprirà alle 17 nella corte di Castelgrande (in caso di brutto tempo a Palazzo Civico) e proseguirà attraverso un percorso... nella storia con tanto di esibizione dei corni delle Alpi del Gruppo Corni d’Or. A seguire la parte ufficiale con i discorsi delle autorità.

Pace, rispetto ed ascolto

Far parte della «trasformazione verso un futuro di pace». È quanto si prefigge il Club per l’UNESCO Ticino che ha sintetizzato la sua missione nella «Dichiarazione di Bellinzona» fresca di diffusione. E che ribadisce il suo impegno «nella divulgazione e nella pratica del rispetto della vita in tutte le sue forme, nel rifiuto della violenza, nel valore dell’ascolto, nell’importanza della conoscenza e della difesa dell’ambiente». Il club, intanto, ha assegnato il proprio partenariato alla Bibliomedia della Svizzera italiana di Biasca diretta ancora per un paio di mesi da Orazio Dotta.

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